di Paola Valentini

Gestori e analisti attendono con molta fiducia l’appuntamento del 14 gennaio quando l’amministratore delegato Mario Greco svelerà a Londra le linee strategiche delleGenerali.

L’arrivo, la scorsa estate, sul ponte di comando della compagnia triestina del nuovo manager con una solida esperienza internazionale alle spalle nell’industria assicurativa ha riacceso le speranze per un rilancio dell’attività del gruppo. E quindi per far ripartire il titolo in borsa che oggi viaggia sui 14 euro, lontano dai fasti del 2000 quando era arrivato a 38,8 euro. Tra l’altro, dopo il suo insediamento Greco ha costruito attorno a sé una squadra di manager proprio per rafforzare la gestione del gruppo. E anche il ritorno della zona euro a condizioni di maggiore normalità migliora le prospettive della compagnia. Gli analisti di Kepler, ad esempio, proprio in vista dell’incontro londinese, hanno alzato il target price del Leone alato da 14,9 a 16 euro dando un buy: «Ci aspettiamo che il piano punterà a rendere il gruppo più globale, più orientato al valore e più efficiente e tutto ciò potrà essere positivo per il prezzo del titolo». Per Kepler i pilastri del piano saranno quattro: focus sul business assicurativo, diversificazione fuori dell’Europa occidentale, un riassetto del portafoglio prodotti, una revisione dell’asset allocation strategica e infine il taglio dei costi in Europa occidentale. «Il mercato si aspetta molto, forse troppo. Da agosto, cioè da Greco quando è subentrato a Perissinotto il titolo ha battuto il Ftse Mib di circa il 20%. Per mantenere questa tendenza la nuova squadra di amministratori dovrà davvero sorprendere», spiega Tommaso Federici, responsabile delle gestioni di Banca Ifigest. «Crediamo che il management ci sorprenderà positivamente portando avanti interventi in molte aree di attività, ma mantenendo un approccio prudente sugli investimenti e sulla gestione del rischio», dice Kepler. Secondo cui gli utili netti della compagnia, attesi a fine 2012 a 1,6 miliardi di euro, arriveranno nel 2015 a 2,6 miliardi. «Credo che Generali rimanga la compagnia europea con le maggiori potenzialità di far emergere valore per gli azionisti. Per il posizionamento geografico in Italia e in Europa ma anche per l’evidente intenzione di diversificazione in mercati emergenti. Per la buona solidità patrimoniale, rafforzata ultimamente dal successo di due emissioni obbligazionarie. Per le efficienze di conto economico conseguenti alla promessa semplificazione organizzativa in Italia. Inoltre l’attuale management ha scongiurato un fastidioso aumento di capitale», prosegue Federici. Certo le incognite non mancano, primo tra tutti il problema dei tassi ai minimi e che rappresentano una minaccia per il bilancio del gruppo, come del resto per le altre compagnie. «Vorrei capire come il top management intende affrontare questa questione», spiega un gestore che sarà a Londra. Lo scorso anno con l’aumento dei rendimenti dei Btp le compagnie hanno potuto fare incetta di titoli generosi ma ora non è più così, visto che lo spread si è abbassato. D’altra parte l’80% delle riserve di Generali sono in bond emessi da Paesi dell’euro-zona. «Uno scenario prolungato di tassi ai minimi sarebbe critico per il business Vita poiché la maggior parte delle polizze di Generali prevede un rendimento minimo garantito», aggiunge Kepler. L’attenzione dei money manager è anche sulle aree scelte per la crescita. Un punto non di poco conto visto che la compagnia assicurativa triestina ha fatto proprio dell’espansione globale, in Asia in particolare, uno dei suoi punti di forza. (riproduzione riservata)