di Michael Corkery

The Wall Street Journal Europe

Al tredicesimo piano di un elegante palazzo del centro, gli uffici sono operativi fino a tarda la notte. Il capo degli investimenti preferisce gli stivali da cowboy fatti con pelle di elefante. E se una scommessa viene ben pagata, anche le segretarie possono ricevere dei bonus. A occupare gli uffici è il Teacher Retirement System del Texas, un fondo pensione pubblico con 1,3 milioni di membri, compresi gli insegnanti, gli autisti di autobus e coloro che lavorano nelle mense in tutto lo Stato. È un segno dei tempi.

 

Molti fondi pensione stanno lottando per compensare le perdite accusate durante la crisi finanziaria. Invece di ridurre i rischi in seguito a questi cali, molti di questi stanno diventando aggressivi e investono in private equity e in altri tipi di investimenti non tradizionali che promettono ritorni alti e stabili nonostante i bassi tassi di interesse e un mercato azionario variabile. Il fondo texano di 114 miliardi di dollari segue questo con particolare forza. Al momento vanta alcune delle scommesse più sensazionali dell’industria, avendo investito circa 30 miliardi di dollari in private equity, beni immobili e investimenti cosiddetti alternativi dall’inizio del 2008. Secondo la società di ricerca Preqin, il Teacher Retirement System è il più grande investitore tra i dieci maggiori fondi pensione pubblici americani. Questi fondi hanno una media di allocazione di investimenti alternativi del 21%. Non tutti i manager di fondi pensione fanno lo stesso. E mentre un grande fondo come quello del Texas potrebbe avere accesso a investitori importanti, i fondi pensione più piccoli possono avere problemi a perare con le aziende dalle migliori performance. Persino in Texas non c’è esattamente un consenso generale. I critici hanno paura che i benefit degli insegnanti dipendano troppo dagli investimenti esoterici, che possono essere meno liquidi e trasparenti delle azioni e dei bond.

Un altro punto di scontro è la generosa cultura dei bonus del fondo, qualcosa che si scontra con i pensionati che non vedono uno scatto di contingenza da oltre dieci anni. «Ho problemi con questi investimenti alternativi», dice l’ex senatore del Texas Steve Ogden, proprietario di una compagnia petrolifera. Eppure la strategia ha aiutato ad alimentare fortemente il fondo pensione del Texas, con ritorni dagli investimenti nel private equity con una media del 4,8 e 15,6% rispettivamente negli ultimi cinque e tre anni. Includendo tutti gli asset, il ritorno annuo del fondo pensione dal 31 dicembre 2007 al 31 dicembre 2012 è stato del 3,1%, un risultato migliore del ritorno medio preliminare del 2,46% dei grandi fondi pensione. I dirigenti del fondo texano sostengono che il private equity ha aiutato a compensare i cali avvenuti in altri investimenti. Britt Harris, il capo degli investimenti del fondo pensione, dice di voler «combattere» lo stereotipo secondo cui i fondi pensione governativi risultano i più perdenti. Nel novembre 2011, il fondo del Texas ha fatto uno dei maggiori investimenti singoli nella storia dell’industria del private equity, investendo 3 miliardi di dollari in Kkr e altri 3 miliardi in Apollo Global Management. Tre mesi più tardi, il fondo ha comprato una quota di partecipazione nella più grande società mondiale di hedge fund, Bridgewater Associates, la prima partecipazione azionaria per un fondo pensione pubblico americano. Per l’anno fiscale terminato il 31 agosto scorso, il fondo pensione texano degli insegnanti ha avuto un ritorno del 7,6% e i dirigenti si aspettano che la loro scommessa sugli investimenti alternativi possa aiutare il fondo a raggiungere un ritorno annuale dell’8% sul lungo termine. Nei dieci anni terminati il 31 agosto 2012, il fondo ha avuto un ritorno annuale del 7,4%. Altri grandi fondi pensione non sono così ottimisti. Attenersi a un ritorno dell’8% o più vuol dire «prendersi un grande rischio riguardo la possibilità di pagare i benefit», sostiene Richard Ravitch co-presidente della State Budget Crisis Task Force, un gruppo di ricerca indipendente. Secondo la National Association of State Retirement Administrators, dal 2009 un terzo dei programmi dei fondi pensione statali ha ridotto gli obiettivi de propri ritorni. La ragione: in alcuni Stati, come la California, non raggiungere il target dei ritorni costringe i contribuenti a cercare di recuperare la differenza. Il grande fondo pensione per dipendenti pubblici dalla California, Calpers, aveva spinto in maniera aggressiva verso investimenti alternativi come i beni immobili, che rappresentavano circa un decimo dei suoi asset. Molti di questi titoli immobiliari, però, hanno subito grosse perdite durante la crisi finanziaria. Se il fondo texano fallisse il bersaglio, i funzionari statali potrebbero cercare di tagliare i benefit o spostare gli insegnanti neo assunti dai tradizionali fondi pensione a programmi meno generosi di tipo 401(k). Simili proposte fatte in altri Stati hanno incontrato una forte resistenza da parte dei sindacati. Gli impiegati nel settore dell’educazione del Texas, in media, ricevono una pensione annua di 21.730 dollari.

La maggior parte degli ex insegnanti non riceve i contributi della previdenza sociale, rendendo i loro benefit pensionistici totali tra i più bassi dei grandi sistemi pensionistici pubblici. «Se i nuovi insegnanti fossero obbligati a spostarsi verso i 401(k)», osserva Tim Lee, presidente dell’associazione degli insegnanti in pensione, «finirebbero in povertà». Diversamente da molti fondi pensione statali, il fondo texano degli insegnanti è relativamente solido, in quanto è finanziato all’82%, il che significa che ci sono 82 centesimi di asset che coprono 1 dollaro di passività, più del 68% del febbraio 2009, durante la crisi finanziaria. Nazionalmente, il livello medio di finanziamento tra i grandi sistemi pensionistici pubblici è circa del 76%. I contributi dagli insegnati e dallo stato sono identici, al 6,4% dei salari degli impiegati. L’equilibrio viene dai guadagni derivati dagli investimenti. Tuttavia, il fondo aveva un deficit di 26 miliardi di dollari alla fine di agosto, causato in gran parte dalle grosse perdite del mercato azionario durante la crisi finanziaria e dagli aumenti dei benefit per i futuri pensionati. Harris, capo degli investimenti del fondo pensione dalla fine del 2006, dice che nel lungo termine il fondo può continuare a conservare il target dell’8%, ma «mantenerlo per i prossimi dieci anni è difficile». Harris ha creato un’operazione d’investimento che sembra quasi più un hedge fund che un’agenzia governativa. All’ingresso dell’ufficio c’è un televisore a schermo piatto accanto a foto di bambini in età scolare. Due dei trader del fondo lavorano fino a tarda notte in una stanza senza finestre, seguendo i mercati in Asia e Europa. Lo staff, incluse le segretarie, può ricevere bonus annuali purché il fondo pensione superi gli altri fondi simili anche di una piccola frazione percentuale. Harris, la cui madre è un’insegnante del Texas in pensione, una volta gestiva gli investimenti di fondi pensionistici per società per azioni come Verizon Communications ed è stato per poco tempo il ceo di Bridgewater. Lo scorso anno, Harris è stato premiato dal fondo con un bonus di 483.753 dollari. I dirigenti del fondo dicono che i bonus sono necessari per attrarre uno staff per gli investimenti che possa competere con gli investitori più esperti di tutto il mondo. (riproduzione riservata)

(© 2013-Dow Jones & co. Inc. All Rights Reserved)