di Francesco Ninfole

Ossigeno per le banche. L’alleggerimento dei requisiti di liquidità di Basilea 3 ha spinto ieri in borsa i titoli finanziari. A Piazza Affari il settore è salito in media dell’1,85%, nonostante il rialzo dello spread e la chiusura in negativo del Ftse Mib (-0,38%). Giornata positiva soprattutto per Mps (+6,9%), Banco Popolare (+3,8%), Bper (+2,2%), Unicredit (+1,8%) e Intesa (+1,6%).

In Europa rialzi per Commerzbank (+4,4%), Barclays (+3,8%), Crédit Agricole (+3,5%) Deutsche Bank (+2,9%) SocGén (+2,7%) Bnp Paribas (+1,9%), e Bbva (+1,2%). Il Comitato di Basilea e il gruppo dei banchieri centrali, guidato da Mervyn King, domenica hanno rivisto all’unanimità il funzionamento del liquidity coverage ratio (Lcr), il rapporto che impone agli istituti risorse sufficienti a resistere a una crisi di liquidità lunga 30 giorni.
Tuttavia il prezzo di una maggiore sicurezza del sistema finanziario è stato giudicato troppo salato per l’economia reale: un ratio troppo impegnativo avrebbe ostacolato il credito e la ripresa. Perciò le autorità (anche la Bce aveva chiesto cambiamenti) hanno accolto la richiesta delle banche, che ora avranno meno pressioni sulla liquidità. Le nuove regole favoriscono gli istituti meno dipendenti dalla raccolta retail (per esempio quelli francesi, tedeschi e del Nord Europa), ma anche quelli spagnoli e italiani (più colpiti dalla crisi dell’Eurozona, quindi più dipendenti dai prestiti Bce). Nei prossimi mesi saranno valutate modifiche anche al Net stable funding ratio (Nsfr), l’indice di lungo termine che si affianca al Lcr. Con i due indicatori si introducono per la prima volta vincoli sulla liquidità (oltre che sul capitale). Nell’ultima analisi ufficiale, le banche globali mostravano un deficit di 1.800 miliardi di euro di asset liquidi a breve termine e di 2.500 miliardi di euro a lungo termine.

L’intesa sul Lcr deve essere introdotta a livello Ue. Bruxelles è impegnata nell’approvazione dell’intero pacchetto di Basilea 3: due riunioni, forse decisive, sono attese per il 10 e il 15 gennaio. Ma i requisiti di liquidità saranno congelati, valutati e infine introdotti con una delega successiva. L’accordo di domenica è «un progresso significativo», ha detto il commissario Ue al Mercato interno, Michel Barnier. «Attendiamo i rapporti che l’Eba preparerà entro fine 2013, per adeguare nel 2015 le norme Ue sulla liquidità a quelle di Basilea».

Quali sono nel dettaglio le principali novità? Innanzitutto le banche avranno più tempo per rispettare i limiti: nel 2015 il Lcr dovrà essere rispettato solo per il 60%, per arrivare al 100% nel 2019. Inoltre è stata ampliata la definizione di asset liquidi, che ora include anche corporate bond con rating di almeno BBB- e titoli legati a mutui di qualità (conteggiati al 50%, ma non possono superare il 15% dell’importo totale). Infine, sono meno pessimiste le ipotesi di deflusso della raccolta in caso di stress. «L’intervento è più incisivo delle attese», ha commentato Equita Sim. La notizia è positiva «anzitutto per Mps e tra le big per Unicredit più di Intesa Sanpaolo». Inoltre, «si riduce la percentuale di attivo che deve essere allocata a titoli ad alto rating, e questo è positivo anche per lo spread».

In media, grazie alle modifiche, l’indice Lcr è salito dal 105 al 125% per le banche, tuttavia queste cifre includono la liquidità dalle banche centrali. Alcuni istituti restano oggi al di sotto del 100%. Secondo Piazzetta Cuccia, tra i gruppi più avvantaggiati dalle ultime modifiche ci sono Bbva, Santander, Intesa, Bnp Paribas, SocGén eDeutsche Bank. Per Citi «sono beneficiate le banche wholesale, in particolare quelle francesi». Cheuvreux ha parlato di «regalo di Natale. Ora gli indici di liquidità non sono più un problema, se non ci sarà un’altra crisi». Per Intermonte è una «notizia positiva soprattutto per le banche del Nord Europa. Le italiane hanno già raggiunto o sono vicine ai target. Intesa, Ubi, Banco Popolare hanno già detto di avere un Lcr sopra il 100%». Tutti i gruppi italiani potranno restituire con più tranquillità i fondi alla Bce. I regolatori hanno precisato che sarà integrato meglio l’indice Lcr con la liquidità dalle banche centrali. Le autorità saranno flessibili nell’applicazione delle norme e le banche potranno in tempi di crisi scendere sotto i minimi previsti. (riproduzione riservata)