di Anna Messia

 

Tutte le ipotesi sono aperte. Generali potrebbe decidere di continuare a operare in Russia tramite Ingosstrakh oppure, se le cose dovessero mettersi male, potrebbe rispolverare le trattative (aperte in passato con Vtb) per rivendere la quota del 38,5%.

Nessuna decisione in merito è stata ancora presa a Trieste, ma il dato di fatto è che la firma dell’accordo con Petr Kellner per rilevare il 49% di Generali Ppf Holding (Gph), i cui dettagli sono stati resi noti ieri, ha portato con sé un’altra importante novità. Ha bloccato una partita in cui finora le Generali si erano trovate con le mani legate, costrette ad assistere inermi al braccio di ferro tra Kellner e l’altro azionista di Ingosstrakh, il magnate russo Oleg Deripaska. Tra l’altro Generali ha preso in mano la partita in Russia senza esborso di denaro, visto che l’aumento al 38,5% della quota in Ingosstrakh, la quarta compagnia russa, è stato realizzato con uno scambio di partecipazioni, attraverso l’acquisizione di tutte le azioni di Ppf Beta e cedendo in cambio a Kellner il pieno controllo dei fondi d’investimento Ppf Partners.

Che cosa accadrà ora è tutto da verificare, ma le premesse sembrano buone.

Mario Greco, il group ceo di Generali, nelle scorse settimane ha incontrato più volte Deripaska, riaprendo un dialogo chiuso da anni. Intanto ieri Greco ha portato a casa i giudizi positivi del mercato, con il titolo salito dello 0,84% e la fiducia degli analisti che hanno alzato il prezzo obiettivo. Come Intermonte (da 15,5 a 16,3 euro) e Banca Akros, da 13 a 14 euro, che hanno apprezzato il segnale di chiarezza arrivato da Generali sulla strategia di sviluppo della compagnia in Europa Centro-Orientale. Un mercato assicurativo che cresce al ritmo del 6-7%, contro poco più del 3% dell’Europa Occidentale. «Le Generali sono diventate uno degli operatori leader in un’area a crescita elevata», ha sottolineato ieri Greco, che ha dato anche un altro importante segnale al mercato. Per chiudere le due tranche di acquisto del 49% di Generali Ppf Holding, per un totale di 2,5 miliardi che consentirà a Generali di salire al 100%, il gruppo non avrà bisogno di ricorrere a risorse esterne. Il primo pagamento, che dovrà avvenire entro il 28 marzo e prevede l’acquisto del 25% di Gph per 1,28 miliardi, sarà finanziato con l’emissione obbligazionaria subordinata di 1,25 miliardi chiusa da Generali a inizio dicembre. Ammontare che tra l’altro sarà utilizzato per rimborsare il 51% del prestito obbligazionario di 400 milioni emesso da una società controllata da Ppf Group e sottoscritto da Generali e del 51% del finanziamento di circa 2,1 miliardi concesso nel 2007 da un pool di banche capeggiate da Calyon. Per cui l’esborso complessivo perGenerali sarà di circa 1,1 miliardi.

La seconda tranche è fissata invece per il 31 dicembre dell’anno prossimo, quandoGenerali potrà rilevare il restante 24% di Gph per 1,2 miliardi, e ci sarà l’estinzione completa sia del prestito obbligazionario sia del finanziamento bancario. A Kellner è stato però concesso un diritto di opzione di vendita (in subordine anche alle banche finanziatrici), da esercitare in caso di insolvenza di Ppf, ma in compenso Generalipotrà aprire una procedura d’asta per evitare l’obbligo di acquisto. L’eventualità di insolvenza resta però remota considerando che gli accordi firmati prevedono il pagamento di un dividendo di 352 milioni di euro ai soci di Gph prima della transazione del primo trimestre. Non solo. Anche sul bilancio 2013 e 2014 dovrà essere distribuito il 66,6% dell’utile maturato da Gph. Assegni che dovrebbero essere più che sufficienti a evitare l’insolvenza di Ppf. «Ho voluto avere il supporto di Kellner per i prossimi 18 mesi, poi termineremo i nostri rapporti nel 2014 quando inizieremo a fare da soli in questa regione», ha dichiarato ieri Greco, aggiungendo di essere fiducioso di «non avere bisogno di ricorrere a risorse esterne anche per la seconda tranche». Anche perché nel frattempo dovrebbero giungere a conclusione le cessione di asset non più strategici per le Generali. Le offerte non vincolanti per la compagnia americana Generali Usa Reinsurance Life e per la Banca Svizzera italiana sono attese entro venerdì ed entro marzo dovrebbero arrivare le offerte vincolanti. Dalla vendita della prima società, affidata a Credit Suisse, dovrebbe arrivare a Generali circa 1 miliardo di euro, mentre da Bsi sono attesi circa 2 miliardi di dollari. Nonostante il business del private banking sembri oggi più difficile da piazzare, le manifestazioni di interesse per Bsi non sembrano mancare, in particolare da parte di operatori giapponesi. Inoltre non è affatto escluso che Generali possa decidere di dismettere altri asset internazionali ritenuti non sufficientemente profittevoli. Per lunedì prossimo, quando Greco presenterà a Londra la strategic review di Generali, sono attesi nuovi dettagli. (riproduzione riservata)