di Marzia Paolucci  

Risolvere in una sola udienza una controversia condominiale o legata a contratti di compravendita o assicurativi piuttosto che un risarcimento danni per 5 mila euro di valore in soli 21 giorni al costo di 750 euro più Iva. È il procedimento snello della Camera arbitrale monzese che è la prima a recepire quanto stabilito dalla riforma professionale forense: la possibilità per gli ordini professionali di costituire camere arbitrali.

Martedì scorso la presentazione dell’iniziativa che porta la firma congiunta dell’Ordine degli avvocati di Monza, 2.384 iscritti, con la Camera civile con cui ha costituito questo nuovo organismo di diritto privato per la risoluzione delle controversie invece del normale ricorso all’autorità giudiziaria. Il nuovo istituto, già in funzione, è stato ufficializzato durante un seminario allo Sporting Club di Monza, a cui hanno partecipato esperti in materia di arbitrato, tra cui i professori Luigi Paolo Comoglio e Francesco Benatti con il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa in collegamento Skipe da Roma. Si tratta di un servizio ai cittadini, ai professionisti e alle imprese per garantire risposte celeri alla richiesta di giustizia in un settore come quello civile, in cui sono in discussione questioni legate all’economia lavorativa, alle esigenze occupazionali, agli investimenti di risorse umane e patrimoniali: tutti ambiti destinati a incidere profondamente sullo sviluppo della comunità e sulla crescita qualitativa della vita sociale.

E proprio il presidente nazionale dell’Ordine forense, Guido Alpa ha espresso apprezzamento nei confronti dei colleghi briantei, definendo l’arbitrato uno «strumento di straordinaria utilità da incentivare, in quanto consente di conseguire notevoli risultati tra cui la competenza e imparzialità degli arbitri, la semplificazione delle procedure e il contenimento dei tempi». Dal canto suo, il presidente dell’Ordine dei legali monzesi, Francesca Sorbi ha sottolineato al telefono con Italia Oggi il valore dell’arbitrato anche in funzione di servizio al territorio, in termini di qualità, competenza e organizzazione: «L’iniziativa di oggi (martedì, ndr) ha avuto successo proprio per il valore aggiunto dell’ offerta di noi avvocati che per professione non giudichiamo ma collaboriamo al giudizio, conoscitori delle regole dello strumento processuale, rispettosi del pieno diritto al contraddittorio. L’ Avvocatura monzese ha così voluto aprire una strada proponendosi come possibile risolutrice delle controversie. Per essere arbitri non occorre essere necessariamente avvocati e necessariamente laureati in giurisprudenza perchè ci sono casi che potrebbero richiedere anche competenze di tipo diverso, tecnico-scientifiche, ad esempio. Interessante è poi il rapporto qualità-prezzo: un esempio è proprio il procedimento snello che con 750 euro più Iva consente di risolvere controversie fino a 5 mila euro e ottenere una sentenza in ventuno giorni. In ogni caso, comunque, un procedimento arbitrale si può concludere al massimo in un anno». A spingere i legali del Foro di Monza ad accelerare la nascita della Camera arbitrale prima degli altri, numerosi fattori che hanno reso e renderanno sempre più difficile e costoso il ricorso alla giustizia ordinaria: l’aumento del contributo unificato, la lunghezza dei processi, il filtro in appello, la revisione della geografia giudiziaria con la prossima soppressione del Tribunale distaccato di Desio, il trasferimento da Monza a Milano del contenzioso delle imprese. «Tutti fattori, questi», incalza l’avvocato, «oggetto della spending review del governo uscente, noi invece proponiamo ai nostri cittadini una giustizia di prossimità, territoriale, veloce ma di qualità perchè la scelta dell’arbitro è lasciata al Consiglio arbitrale che con imparzialità e indipendenza nomina da uno a tre arbitri, in caso siano coinvolte più parti o per la complessità della controversia». Alla base di tutto, un regolamento snello e originale di 32 articoli che ha previsto tutti gli aspetti dal regime della convenzione arbitrale alla nomina degli arbitri e alle loro incompatibilità: no a membri e revisori dei conti del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Monza e niente membri del consiglio arbitrale o dipendenti della Camera arbitrale e della segreteria generale. E a conferma di quanto dichiarato dalla presidente Sorbi circa la multiprofessionalità caratteristica dell’istituto è la composizione della camera arbitrale che oltre a essere composta da tre avvocati, ha dentro anche un ex magistrato d’appello, i presidenti dell’ordine degli ingegneri e dei consulenti del lavoro della Provincia di Monza e Brianza, un commercialista e un notaio.