Azimut holding chiuderà un 2012 da record. Il gruppo del risparmio gestito, in dicembre, ha registrato una raccolta netta positiva per 180 mln euro, mentre nel 2012 ha raggiunto 1,6 mld, sopra le stime preliminari interne comprese tra 1 e 1,5 mld.

Mentre prosegue il piano di internazionalizzazione, il gruppo guidato da Pietro Giuliani intende proseguire con una crescita annuale delle masse gestite pari a 4 mld di euro con l’obiettivo di raggiungere i 27 mld di masse a fine 2014.

A oggi, il totale delle masse, comprensivo del risparmio amministrato, si attesta a 19,6 mld, di cui 17,5 mld di masse gestite.

Per quanto riguarda il 2012, il top manager si è limitato a riportare il consenso degli analisti (range dell’utile tra 137 e 154 milioni, range dei ricavi tra 406 e 424 milioni), ma ha confermato che per il 2013 il target di raccolta totale sarà tra 1 e 1,5 mld, come nel 2012. Sulla cedola, Giuliani si è detto fiducioso di poter confermare un monte dividendi intorno ai 50 mln. Nel 2013, potrebbe essere possibile un aumento del dividendo. Il gruppo prosegue spedito anche sul fronte internazionale. Mentre la società si appresta ad aumentare di almeno il 5% la partecipazione nella joint venture turca per la distribuzione di prodotti finanziari, proseguono i lavori per l’avvio della jv in Sud America. Il presidente e a.d. ha inoltre confermato che la società è aperta «ad altre potenziali acquisizioni, se rappresenteranno buone opportunità. Insieme al Brasile, guardiamo altri posti, sicuramente il Sud America, ma ci sono contatti anche in Sud Africa e nell’Est Europa, in particolare in Russia».

Infine Giuliani ha voluto sottolineare come Azimut, dal giorno della quotazione, sia cresciuta a piazza Affari del 207%, molto più dei competitor e in maniera diametralmente opposta alla borsa, calata del 39%, oltretutto in un contesto in cui l’industria è fortemente in crisi. «Dopo il 2008», ha precisato Giuliani, «abbiamo cambiato completamente l’azienda e ci stiamo internazionalizzando. Non si può rimanere ad aspettare, come fa gran parte dell’industria italiana. Molte aziende ragionano sempre nella vecchia maniera e aspettano che la crisi finisca o che altri risolvano problemi che sono solo loro. Noi no e se siamo stati il migliore titolo del listino nel 2012, ci sarà un motivo. Tutto il management ha cambiato approccio, lavoriamo sulla strada».

La borsa, tuttavia, pur apprezzando i numeri e le prospettive della società, ha preferito vendere: il titolo, infatti, è rimasto a lungo in negativo e ha chiuso a 12,11 euro, -1,94%. Secondo un esperto, il titolo ha pagato il fatto di essere salito molto nelle scorse settimane.

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