di Anna Messia

A sondare il terreno per verificare se ci sono potenziali compratori è stata chiamata la banca americana Morgan Stanley. L’asset da collocare sul mercato è Eurovita, la compagnia di bancassicurazione che vede tra i principali soci la compagnia inglese Aviva e il Banco Popolare di Pier Francesco Saviotti, che controllano l’82% di Eurovita tramite la joint venture Finoa.

Dell’azionariato della compagnia fanno parte anche banche locali di medie dimensioni come la Cassa di Risparmio di Bolzano, che detiene il 4,85%, la Banca Popolare di Puglia e Basilicata (4,1%) o la Cassa di Risparmio di Cento che ha in mano l’1,52%. Azionisti che hanno un ruolo determinante nella partita di risistemazione di Eurovita, a dispetto della partecipazione minoritaria nel capitale, perché sono i distributori delle polizze di Eurovita. Chiunque si facesse avanti per rilevare gli asset della società dovrà discutere con loro per garantirsi anche in futuro l’accesso agli sportelli bancari ed evitare cosi di comprare poco più di una scatola vuota. Ma il dato di fatto è che i due partner storici della società sembrano avere tutte le intenzioni di abbandonare definitivamente il campo. La volontà del Banco di cedere la sua quota era del resto nota già da un po’, considerando tra l’altro anche gli impegni economici che Eurovita ha richiesto in questi anni, compreso l’aumento di capitale di 45 milioni varato l’anno scorso dalla compagnia cui si è aggiunta l’emissione di obbligazioni subordinate convertibili per 25 milioni. In un primo momento sembrava naturale che a rilevarle le azioni del Banco fosse proprio Aviva, garantendosi così una presa maggiore sulla società. Ma la crisi finanziaria e soprattutto le difficoltà che hanno colpito l’Italia lo scorso anno hanno spinto la compagnia inglese a ridimensionare i progetti di sviluppo nel Paese e a questo punto invece che crescere sembra preferire collocare anche la sua quota.

Certo, di questi tempi trovare compratori interessati a rilevare società assicurative non è facile, ma ora la parola passa a Morgan Stanley che nelle prossime settimane farà circolare sul mercato il dossier di Eurovita. Nonostante abbia chiuso il 2011 con una perdita di circa 82 milioni a causa sia delle performance dei mercati sia del forte incremento dei riscatti che ha caratterizzato lo scorso esercizio (+158%), la società vanta riserve per circa 3 miliardi e ha un patrimonio di 140-150 milioni. E l’anno scorso si sono aggiunti cinque nuove partner distributivi, tra cui la Banca Popolare di Spoleto. (riproduzione riservata)