I fondi pensione scandinavi puntano alle azioni cinesi. L’apertura del mercato finanziario del Dragone ha fatto breccia nei portafogli di alcuni investitori istituzionali, anche se la cautela resta sempre tanta. Agli inizi di ottobre AP2, il fondo pensioni svedese che gestisce asset per oltre 227 miliardi di corone (34 miliardi di dollari), ha investito nelle borse di Shanghai e Shenzen. Borse chiuse a investitori non qualificati ma che hanno aperto le porte ad AP2 grazie al fatto che questo fondo ha ottenuto lo status di Qfii, Qualified foreign institutional investor, che lo rende qualificato per investire all’estero. Anche Atp, il fondo pensioni danese con 661 miliardi di corone danes in portafoglio (109 miliardi di dollari) sta cercando di ottenere la qualificazione internazionale Qfii, per poi approdare sui listini cinesi. Dietro a questo trend ci sono politiche attive svolte dai cinesi stessi per far conoscere i loro listini e attrarre investitori. Una recente delegazione finanziaria istituzionale del Dragone ha fatto diversi incontri nell’area scandinava, preludio a queste operazioni. (c.p.) L’apertura del mercato finanziario cinese ha fatto breccia nei portafogli degli investitori scandinavi