Generali ha concrete possibilità di entrare a brevissimo nel board di Ingosstrakh, il colosso assicurativo russo, di cui la compagnia italiana avrà il 38,5% in base all’accordo per lo scioglimento della joint venture con il finanziere ceco Petr Kellner. Secondo alcune fonti, riportate dall’agenzia specializzata Praim, l’ingresso «di rappresentanti italiani» potrà avvenire in occasione della prossima riunione dell’assemblea degli azionisti, prevista per maggio.

«Dipende a che punto sarà lo scambio di azioni (con Ppf, ndr)». «Non è affatto escluso che gli azionisti di minoranza di Ingosstrakh, controllati da Ppf investments, presentino 18 candidati al board e non 9, quindi 9 da parte ceca e 9 italiani. La legge lo permette e non vi sono ostacoli di sorta a questo schema.

Se l’affare sarà concluso e lo scambio d’azioni avverrà prima della riunione annuale, allora con ogni probabilità i candidati di Generali entreranno», ha spiegato la fonte. Con l’aumento della quota di Generali in Ingosstrakh sembra possibile sistemare i complicati rapporti con l’azionista di maggioranza, la Bazel del magnate russo Deripaska, con cui Kellner non è mai andato d’accordo. A Mosca certamente la prospettiva dell’ingresso italiano nel board viene vista in tutt’altro modo, si concorda nell’ambiente assicurativo. In base all’accordo con Ppf raggiunto dieci giorni fa, Generali acquisterà in due tranche il 49% dell’alleanza nell’Europa dell’Est stretta con Peter Kellner e salirà al 100% di Generali Ppf holding per 2,5 miliardi. E dopo uno scambio di asset, Generali avrà poi tutto il 38,5% della compagnia russa Ingosstrakh, oggi diviso con l’imprenditore ceco.

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