Euler Hermes prevede una graduale ripresa dell’economia mondiale, ma solo a partire dal secondo semestre del 2013. Giunti al 6° anno consecutivo di crisi, il PIL1 mondiale dovrebbe registrare una crescita modesta del 2,5% rispetto al 2,4% del 2012, mentre le difficoltà dell’Eurozona impediscono di recuperare il ritmo di crescita ante crisi.

La recessione dell’Eurozona continuerà anche nel 2013, con una contrazione del PIL pari a -0,1% (dopo -0,5% nel 2012). Sulla sua economia continuano a pesare:

– l’eccessivo fabbisogno finanziario dei governi (particolarmente nei paesi periferici

dell’Europa Meridionale: Spagna, Grecia, Italia),

– la mancanza di competitività

– un’insufficiente creazione di posti di lavoro

– gli squilibri interni.

« Sebbene nell’Eurozona perduri una situazione difficile sul piano economico, sociale e politico, osserviamo segnali positivi », ha affermato il Presidente del Board of Management del Gruppo Euler Hermes Wilfried Verstraete. « Il 2012 ha segnato un momento di progresso rispetto all’integrazione fra i paesi dell’Eurozona, come per esempio la ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). Nonostante ciò, manca ancora l’impegno a sostenere il settore privato, che pone dubbi sulla possibilità di una reale ripresa dell’Eurozona. E’ per questo che riusciamo a prevedere soltanto un leggero miglioramento della crescita nell’area dell’Euro, con un +1,4% nel 2014. »

Nel 2012, nonostante un rallentamento di 1,3 punti percentuali, i Paesi emergenti hanno continuato a trainare l’economia mondiale, con una crescita del 4,5%. Quest’anno dovremmo assistere nelle economie emergenti ad un miglioramento del PIL non superiore al 5% circa, che rappresenta più della metà della crescita mondiale (1,9 punti nel 2013 e 2,1 punti nel 2014).

« Nonostante la crescita sia passata dal 9,2% del 2011 al 7,6% del 2012, la Cina continua a dare il maggiore contributo allo sviluppo mondiale », sottolinea il Capo Economista di Euler Hermes Ludovic Subran. « Come il resto dell’Asia, la Cina dovrà affrontare il problema delle sovracapacità produttive legate alla diminuzione degli sbocchi commerciali in Occidente, così come le pressioni inflazionistiche dovute alla propria politica monetaria espansionista.

Tuttavia, grazie ad un certo miglioramento della domanda mondiale, il PIL cinese dovrebbe crescere dell’ 8% nel 2013 e dell’ 8,2% nel 2014. »

In confronto, la crescita delle economie avanzate resta relativamente debole (+1,1% nel 2012, +1% nel 2013) e persistono le disparità:

– Gli Stati Uniti (+2,2% nel 2012, +1,9% nel 2013) continuano a crescere ad un ritmo

moderato, anche se le preoccupazioni interne dovute al « fiscal cliff » hanno messo un freno agli investimenti.

– Il Regno Unito (-0,1% nel 2012; +0,8% nel 2013) ed il Giappone (+1,7% nel 2012; +0,3% nel 2013) dovranno affrontare degli ostacoli.

–  La crescita nella maggior parte dei paesi dell’Eurozona resterà piatta o negativa.

Per il secondo anno consecutivo, le insolvenze a livello mondiale sono previste in crescita (+4% nel 2013 rispetto a +1% nel 2012). La diminuzione registrata nel 2010-2011 dopo un rimbalzo globale del 57% a fronte della crisi del 2007-2009, si è rivelata di breve durata e di portata ridotta (-9% sul 2010 e 2011). Il declino dell’attività mondiale a partire dal 2011 ha provocato rapidamente una ripresa della tendenza al rialzo delle insolvenze.

Euler Hermes ha identificato nel 2012 due tendenze principali:

–  una diminuzione del 12% delle insolvenze nelle due Americhe, dove l’aumento delle insolvenze in Brasile è stato più che compensato dalla sensibile riduzione negli Stati Uniti e nel Canada.

–  un aumento delle insolvenze in Europa, sensibile in Francia (+2%) e nell’Europa del Nord (+4 %), ma particolarmente grave nei Paesi del Mediterraneo (+22%), dove le principali eccezioni sono la Germania (-1%) e il Regno Unito (-6%).

« Le insolvenze, che quest’anno dovrebbero aumentare del 4%, saranno ancora una volta molto superiori al livello ante crisi del 2008-2009 » ha detto Wilfried Verstraete. « Secondo la nostra opinione, questa tendenza rappresenta uno dei principali rischi da monitorare nel 2013, oltre all’inflazione dovuta alle politiche monetarie espansionistiche ed i rischi politici generati dalla recessione dell’Eurozona. »