di Anna Messia

Dopo l’allarme di Coface, che martedì scorso aveva ridotto il rating sull’Italia a B a causa della crescita esponenziale dei mancati pagamenti (saliti del 30%), ieri a scattare la fotografia del sistema economico italiano è stato un altro colosso dell’assicuratore del credito, Euler Hermes.

Un quadro, anche questo, a tinte fosche, ma con qualche sprazzo di ottimismo. Il capo economista della compagnia tedesca, Ludovic Subran, stima infatti che nell’Eurozona la recessione continuerà nel 2013, con una contrazione del pil dello 0,1% per colpa del debito pubblico che pesa in particolare su Grecia, Spagna e Italia, ma anche per mancanza di competitività e insufficiente creazione di posti di lavoro. Nel 2014 dovrebbe iniziare però l’attesa ripresa (+1,4%), che però sarà più graduale per l’Italia (+0,6%), che quest’anno dovrebbe chiudere con una contrazione del pil dello 0,8%. A preoccupare più di tutto il mercato italiano è la crescita delle insolvenze delle imprese, in pratica dei fallimenti. Mentre i dati di Coface si riferivano ai mancati pagamenti, che in parte vengono recuperati e quindi non si trasformano completamente in perdite, la compagnia del gruppo Allianz ha invece fornito stime aggiornate sul numero delle aziende che non hanno retto alla crisi. Secondo l’ufficio studi di Euler Hermes, il 2013 sarà il sesto anno consecutivo in cui le insolvenze cresceranno ancora; dal 2007 (quando erano 6.126) a oggi (12.700) sono più che raddoppiate. Fallimenti che hanno colpito in particolare le aziende del commercio (30%), dell’industria (22%) e delle costruzioni (16%).

Ma nel medio termine le previsioni di Euler Hermes sull’Italia sono di un graduale miglioramento. «I consumi delle famiglie continueranno presumibilmente a scendere ancora nel 2013, ma si stabilizzeranno nel 2014», si legge nell’analisi di Subran, «Il tasso di disoccupazione continua a crescere e queste dinamiche continueranno ancora nel breve termine». In ogni caso la messa in atto di riforme strutturali (come tasse e lavoro) «ha posto le basi per un graduale miglioramento della situazione economica», che dovrebbe essere sostenuto in particolare dall’atteso rimbalzo della domanda interna, cui si aggiungono le buone performance delle esportazioni. Queste ultime dovrebbero continuare infatti a crescere grazie al fatto che «l’economia italiana beneficia di una struttura industriale efficiente per le esportazioni», sottolineano dalla compagnia, «con un’ampia diversificazione di prodotti e di partner». C’è però un ultimo fattore che bisogna inevitabilmente considerare quando di analizza la situazione italiana: l’incertezza legata alle imminenti elezioni. «Lo scenario resta soggetto alla situazione politica con l’atteso cambiamento di governo nel 2013» e ci sarà bisogno di «verificare la disponibilità del nuovo governo ad attenersi all’agenda delle riforme avviate dal predecessore Mario Monti». (riproduzione riservata)