Una delegazione dell’AIBA (Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni) guidata dal Presidente, Francesco G. Paparella, e dal Segretario Generale, Antonia Boccadoro, ha incontrato mercoledì scorso i rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale, Rodolfo Wehrhahn e Christina Urias, in questi giorni in visita in Italia per una serie di incontri con le istituzioni e con i principali rappresentanti del mondo bancario e assicurativo, al fine di valutare la stabilità del sistema finanziario italiano. E dopo aver ascoltato l’Ania è stata la volta dei broker.

Per l’AIBA si è trattato di un importante riconoscimento, in quanto unica associazione di intermediari assicurativi ricevuta dal FMI. L’incontro si è svolto in un clima di reciproca collaborazione.

Nel corso della riunione Francesco G. Paparella ha consegnato un’ampia relazione sul mercato italiano e ha evidenziato i principali aspetti di preoccupazione dei broker rispetto allo stato attuale dell’industria assicurativa: “Il mercato appare poco competitivo e tendenzialmente legato a ottiche di breve periodo: la scarsa flessibilità dell’offerta è uno dei problemi maggiormente sentiti dagli broker, con conseguente spostamento della clientela o verso compagnie specializzate o verso operatori internazionali”.

Nel documento consegnato ai rappresentanti del FMI, l’AIBA ha evidenziato come la condotta delle principali Compagnie abbia sensibilmente ridotto i margini di competitività, soprattutto in riferimento ai rischi di massa (Rc Auto e Corpi Veicoli Terrestri). Infatti, il mercato assicurativo italiano presenta oggi un elevato tasso di concentrazione: nel 2012, considerando la fusione Unipol/Fonsai, i primi cinque gruppi rappresentano oltre il 60% del mercato, a fronte del 49,7% del 2010 e del 53,5% del 2011.

In merito alle novità normative introdotte nell’ultimo anno dal governo Monti, AIBA ha sottolineato l’importanza della disposizione che sancisce la libera collaborazione tra intermediari (l.134/2012), finora vietata. “Una norma – ha detto Paparella – che ci allinea all’Europa dove la libera collaborazione tra intermediari è una pratica consolidata da tempo”. La collaborazione tra agenti e tra agenti e broker è un passo avanti nella direzione di un mercato più concorrenziale e maturo, dove i clienti potranno beneficiare della consulenza di figure professionali in grado di garantire le migliori soluzioni disponibili sul mercato assicurativo. Inoltre, la possibilità di collaborare con le banche, permetterà ai broker di offrire anche ai clienti degli istituti di credito locali, di piccole dimensioni, un qualificato servizio di assistenza su prodotti retail (Rc Auto, tutela della persona, della famiglia, della casa) che attualmente non è sufficiente per mancanza di figure professionali adeguate allo sportello.

“La libera collaborazione tra intermediari assicurativi – ha aggiunto Paparella – potrebbe portare nel medio-lungo periodo a uniformare gli obiettivi delle differenti categorie professionali. Per questo motivo l’AIBA si è fatta promotrice del progetto volto alla creazione di una Federazione tra Associazioni degli intermediari assicurativi, per la difesa dei comuni interessi di settore”. “Ovviamente – ha voluto precisare Paparella – la Federazione non va in alcun modo a intaccare l’insostituibilità delle associazioni rappresentative delle singole categorie di intermediari”.

AIBA ha infine espresso soddisfazione sugli indirizzi della riforma del sistema di vigilanza che ha introdotto un diverso assetto per gli intermediari assicurativi, secondo un modello già adottato dalla Banca d’Italia per la vigilanza sugli intermediari del settore creditizio.

In sintesi, la regolazione viene svolta dall’Autorità di vigilanza di settore, mentre il controllo sui singoli comportamenti degli intermediari e il mantenimento del Registro degli operatori vengono delegati a un Organismo autonomo e autoregolamentato, a sua volta sotto la supervisione dell’Ivass.

A giudizio di AIBA si tratta di un modello condivisibile in una logica di contenimento delle competenze della Vigilanza e di maggiore responsabilizzazione delle categorie professionali.

Questo modello, di per sé condivisibile in una logica di snellimento delle competenze dell’Autorità di vigilanza e di maggiore responsabilizzazione delle categorie professionali, ha tuttavia realizzato un irrigidimento delle caratteristiche minime di alcuni operatori (con particolare riferimento ai mediatori creditizi) provocandone un drastico ridimensionamento numerico, a danno delle strutture operative piccole e medio piccole.