Il Cda di American International Group sta valutando se aderire o meno ad un processo legale che accusa il governo degli Stati Uniti di aver fissato termini troppo onerosi per il pacchetto di aiuti concesso tra il 2008 e il 2009.
I consiglieri di amministrazione ascolteranno in una riunione convocata per oggi le argomentazioni pro e contro l’adesione ad una richiesta di risarcimento danni da 25 miliardi di dollari, ha spiegato una fonte di MF Dow Jones a conoscenza del dossier, aggiungendo che la richiesta è stata depositata nel 2011 presso un tribunale federale di Washington per conto di Starr International Co., un tempo il maggior azionista rilevante della compagnia assicurativa, dall’ex amministratore delegato Maurice “Hank” Greenberg. La fonte ha rivelato che oggi rappresentanti del governo degli Stati Uniti presenteranno le argomentazioni contrarie all’adesione alla causa legale.
La vicenda emerge a pochi giorni dall’uscita, definitiva e dall’esito fruttuoso, del Dipartimento del Tesoro dal capitale di Aig, che ha in pratica sancito la fine del programma di salvataggio da 182 miliardi di dollari della compagnia assicurativa. Le indiscrezioni emergono inoltre nel pieno di una campagna pubblicitaria lanciata da pochi giorni da Aig per ringraziare da una parte i contribuenti statunitensi del sostegno fornito e dall’altra per far notare agli stessi come lo sforzo abbia consentito al governo di guadagnare oltre 22 miliardi di dollari.
Lo scorso luglio un giudice federale ha stabilito la validità della causa legale avviata da Greenberg, che accusa il governo degli Stati Uniti di aver delineato un salvataggio “non costituzionale” della compagnia. La corte ha concesso la possibilità di procedere con la causa per la maggior parte delle istanze presentate per conto di Starr, ma ha rigettato alcune richieste. Starr ha chiamato in causa il governo Usa nel 2011, accusandolo di aver privato gli azionisti del diritto costituzionale della parità di trattamento acquisendo il controllo dell’80% circa di Aig e di aver concesso decine di miliardi di dollari di prestiti con un oneroso tasso di interesse iniziale del 15%.