A livello globale è stata riportata la perdita di 106 navi nel 2012 – dato che rappresenta un aumento di 91 navi rispetto all’anno precedente, ma una diminuzione del 27 per cento rispetto alla media degli ultimi 10 anni di 146 navi per anno.

Il trend in calo nel lungo termine è dovuto alla tecnologia, al training, al regolamento e ad una risposta proattiva dal settore della navigazione, secondo un report di Allianz Global Corporate e Specialty (AGCS), che dimostra  che l’errore umano è la causa della maggior parte degli incidenti.

Nel suo annuale “Safety and Shipping Review”, che tratta de danni nel settore shipping, AGCS mette in evidenza gli sviluppi nella sicurezza marittima avvenuti durante il 2012.

L’anno scorso è stato segnato da due incidenti di alto profilo, con il sinistro della Costa Concordia in Italia il 13 gennaio (il sinistro con danni maggiori dell’anno), seguito da quello del traghetto, Rabaul Queen, in Papua Nuova Guinea il 2 febbraio. Entrambe hanno causato molte vittime.

Secondo il report, il naufragio (affondamento o sommersione) è stata la causa più comune di danni nell’anno scorso (49 %) seguito dalla demolizione o dall’arenamento (22 %). Collisioni come quelle che hanno coinvolto il Baltic Ace e Corvus J  i primi di dicembre del 2012 hanno contribuito ad un numero relativamente basso di danni (6 %).

30 perdite riportate. I danni marittimi, inoltre, si sono verificati in maggior numero nell’est Mediterraneo e nel mar Nero (15 nel 2012) o nei pressi del Giappone, Corea e nord della Cina (10).

Il report evidenzia che l’errore umano rimane la causa principale della maggior parte degli incidenti. Stanchezza, pressioni economiche e training inadeguato sono motivi di preoccupazione.

“Per alcuni proprietari di imbarcazioni, in modo particolare nei settori cargo e cisterna a carico oberato, ci sono pochi soldi per il mantenimento e per il training”, ha affermato Dr Sven Gerhard di AGCS.

Nuove normative cercano di migliorare la situazione. The Maritime Labor Convetion (2006), che entra in vigore successivamente nel 2013, mira a contribuire al miglioramento della sicurezza indirizzando il welfare e le condizioni di lavoro della gente di mare.

Il report sostiene che le maggiori compagnie navali hanno iniziato iniziative di auto-regolamentazione post-Costa Concordia, con la Cruise Lines International Association e l’European Cruise Council uniti per dirigere l’adozione volontaria di polizze che vanno oltre i requisiti normativi internazionali.

In aggiunta, i miglioramenti tecnologici dovrebbero ridurre gli incidenti, ma solo dove  applicati adeguatamente con training effettivi e controllo di management.

“La tecnologia è utile solo abbinata al training- e non vediamo sempre questo elemento umano tenere il passo con gli altri avanzamenti. Ciò che vediamo per i migliori proprietari di imbarcazioni è una cultura proattiva del management della sicurezza, che va oltre gli standard minimi e che corre dal top al fondo dell’organizzazione. Questo può realmente avere un impatto sulla sicurezza in termini di miglioramento”, afferma Gerhard.

Nel 2011, il business marittimo di AGCS ha prodotto più di 940 milioni di euro di premi assicurativi (su base di premi lordi contabilizzati).