Di Andrea Di Biase

L’operazione di integrazione tra Unipol e Fondiaria-Sai non è in discussione.

Le autorità di vigilanza coinvolte, l’Isvap per quanto riguarda la stabilità delle due compagnie e la Consob in merito alla trasparenza e alla tutela del mercato, non sembrano intenzionate a mettere i bastoni tra le ruote ai piani della compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri. Lo stato di salute di FonSai è considerato talmente grave che l’integrazione con un altro player industriale, combinata a un importante aumento di capitale, viene ritenuta l’unica soluzione per procedere al salvataggio della compagnia tuttora controllata dalla famiglia Ligresti. Il cda diFondiaria-Sai, in programma per domenica 29 dicembre, potrebbe approvare un rendiconto 2011 ancora più negativo di quello licenziato in via preliminare lo scorso 23 dicembre che aveva evidenziato un rosso di 925 milioni e un solvency ratio al 90% (sotto la soglia minima regolamentare del 100%).

Ma, pur avendo ben presente questo aspetto, le due authority avrebbero comunque avviato alcune riflessioni sullo schema ipotizzato da Unipol per rilevare il controllo diFonSai dalla famiglia Ligresti.

 

Nelle ultime settimane alcuni commentatori hanno criticato l’operazione strutturata dai bolognesi, e avallata da Mediobanca e Unicredit in qualità di principali creditori del Ligresti, considerandola poco soddisfacente per gli azionisti di minoranza di Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni. Come è noto, infatti, la compagnia delle coop punta a prendere il controllo di FonSai rilevando il 50,1% di Premafin dalla famiglia Ligresti per 77 milioni, per poi lanciare l’opa obbligatoria solo sulle minoranze della holding. L’esenzione dall’obbligo di opa a cascata anche su Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni, considerato che l’intervento si configurerebbe come un salvataggio, è stata infatti posta da Unipol come condizione per proseguire nell’operazione. Si tratta di un passaggio estremamente delicato, specie per la Consob, che sarà chiamata a esprimersi ufficialmente solo una volta che la lettera di intenti siglata lo scorso 13 gennaio si tradurrà in un contratto vincolante, considerato che il prezzo offerto ai Ligresti per il 50,1% di Premafin incorpora un premio altissimo rispetto all’attuale quotazione di Fondiaria-Sai. I 36 centesimi per ogni azione Premafin offerti a don Salvatore e ai suoi tre figli (Jonella, Giulia e Paolo) equivalgono infatti a una valorizzazione del titolo FonSai (di cui la holding detiene il 35%) di circa 3,6 euro. Una valutazione ben distante dai 68 centesimi per azione con cui il titolo della compagnia ha chiuso la seduta di borsa di venerdì 27. Anche se sulla carta dunque l’operazione ipotizzata dai bolognesi, finalizzata ad arrivare alla fusione a quattro tra UnipolAssicurazioni, Premafin, FonSai e Milano, ha forti chance di andare in porto così come è stata pensata, considerato lo stato dei conti della compagnia dei Ligresti, negli ultimi giorni la Consob sembra essersi spesa attivamente per arrivare a una ridefinizione dello schema complessivo in modo da renderlo maggiormente «market friendly». Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nell’ultima settimana l’authority presieduta da Giuseppe Vegas avrebbe aperto un canale di comunicazione informale con le parti in campo, suggerendo appunto una riformulazione del piano di integrazione tale da offrire una maggiore tutela degli azionisti di minoranza di FonSai eMilano Assicurazioni. Nei giorni scorsi ci sarebbero stati anche alcuni incontri ai massimi livelli a valle dei quali si sarebbe convenuto di modificare almeno in parte l’ipotesi originaria. «Un cambio di schema», spiegano fonti vicine al dossier, «finalizzato a portare maggiori vantaggi al mercato».

 Quale sarà questo cambio di schema potrebbe emergere presto. Sabato 28 gennaio sono infatti in agenda i cda di Unipol e Premafin (si riunirà anche il patto di sindacato della holding), originariamente convocati per procedere alla definizione dell’offerta vincolante e alla sua eventuale accettazione. La compagnia bolognese, che ha il pieno sostegno delle cooperative azioniste (riunite nella holding Finsoe) dovrebbe approvare anche un aumento di capitale fino a un massimo di 1 miliardo necessario a dotare il nuovo gruppo delle risorse patrimoniali adeguate. Un aumento analogo, secondo lo schema orginario, dovrebbe essere varato anche dal cda di FonSai che si riunirà domenica. In entrambi i casi la garanzia dell’aumento sarà affidata a Mediobanca, che sta allestendo un unico consorzio di banche per entrambe le operazioni. (riproduzione riservata)