L’agenzia Standard & Poor’s ha tagliato il rating del debito sovrano dell’Italia di due livelli, da A a BBB+. Riduzioni anche per Spagna e Portogallo (due livelli), mentre l’Austria e soprattutto la Francia hanno perso la tripla A, scendendo ad AA+. L’impatto potrà farsi sentire anche sul fondo salva-Stati Efsf. Le decisioni di S&P hanno scatenato reazioni a Roma, Parigi e Bruxelles. La Commissione europea sin dalle prime indiscrezioni sui downgrade ha cominciato a lavorare a una dichiarazione unitaria in risposta ai declassamenti su metà Eurozona da parte di S&P. Nella dichiarazione dovrebbero essere richiamati i fondamentali dell’azione comunitaria, respingendo il tentativo di indebolire il Vecchio Continente e i debiti dei Paesi che ne fanno parte. Stando ad alcune fonti, per Palazzo Chigi la decisione di S&P va letta come «un attacco all’ Europa e che la risposta deve essere europea e collettiva». L’Italia prepara anche una risposta giudiziaria all’ennesima provocazione dell’agenzia. Secondo quanto riferito a MF-Milano Finanza da fonti investigative, la Guardia di Finanza acquisirà tutti i tabulati delle compravendite della giornata di venerdì 13 gennaio e le varie veline informative che sono cominciate a circolare già dalla mattina dello stesso giorno preannunciando l’imminente declassamento di mezza Europa, Italia compresa. Lo scopo è quello di accertare eventuali comportamenti illeciti, tesi a creare una turbativa dei mercati finanziari. L’input alle Fiamme Gialle è arrivato direttamente dalla procura di Trani che ha in corso due inchieste su analoghi casi. La prima è quella su Moody’s, un’altra delle tre sorelle del rating (la terza è Fitch), la quale nel maggio 2010 diffuse un report molto negativo sul sistema bancario italiano che innescò un tracollo della borsa di Milano. L’altra inchiesta è invece quella relativa proprio a Standard and Poor’s, che nei mesi successivi diffuse nuovi report negativi e una nota che bocciava una manovra del governo Berlusconi (era il primo luglio del 2011) prima ancora che fossero noti i contorni delle misure decise dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. In quest’ultimo caso l’inchiesta si allargherà ulteriormente con nuovi accertamenti che dovrebbero coinvolgere anche la Consob. Come si ricorderà, anche la Commissione ha aperto un fascicolo sui casi suddetti e avviato confronti con le tre agenzie (Fitch compresa) esercitando una moral suasion molto chiara: mai più report a borsa aperta e senza elementi evidenti da valutare. Gli accertamenti della procura e della GdF serviranno anche a verificare se per caso S&P abbia sì rispettato il divieto (con la comunicazione a borse chiuse) ma ne abbia vanificato l’efficacia omettendo di smentire le voci sulle bocciature.