In occasione della sua 16a Conferenza Rischio Paese, Coface punta l’attenzione sulla natura sistemica della crisi attuale di cui l’area euro è l’epicentro. Nel 2012, l’economia europea sarà segnata da una recessione a -0,1%, mentre la crescita si stabilizzerà negli Stati Uniti a 1,6% e risalirà in Giappone a 1,8%, il che dovrebbe evitare il ritorno al peggio della crisi 2008-2009, caratterizzata da una recessione sincronizzata delle tre grandi aree avanzate. Complessivamente, la crescita dei Paesi avanzati sarà di 1,1% nel 2012. I Paesi emergenti dovrebbero mantenere una crescita del 5,1%, perdendo 0,6 punti di PIL rispetto al 2011. L’Europa emergente sarà l’area più esposta ad una intensificazione della crisi dell’area euro, tramite il canale commerciale e il canale del credito bancario estero.

Inoltre, fra i rischi sotto osservazione, si sottolinea il chiaro ritorno del rischio politico nei Paesi emergenti.

Imprese europee, vittime della nuova crisi sistemica globale

Il periodo compreso fra il secondo semestre 2009 e il primo semestre 2011 è stato un breve respiro per l’economia mondiale. In effetti, la congiuntura globale è peggiorata a partire dall’estate 2011 con l’aggravarsi della crisi nella zona euro. Coface ha osservato una netta rottura nella condotta di pagamento delle imprese dal secondo semestre 2011 che ha visto un forte aumento dei mancati pagamenti. Su tutto il 2011, Coface registra un incremento del 19% degli insoluti nel mondo, con un aumento particolarmente marcato del 28% per le imprese dell’area euro.

Questo deterioramento della solidità media delle imprese dimostra che la crisi prende una nuova svolta e raggiunge una dimensione sistemica globale con l’entrata in crisi dell’Italia. La situazione sembra diversa dallo shock del 2008 in ragione di questo effetto di massa critica, ma anche per la maggiore interconnessione finanziaria e l’esposizione delle banche, comunitarie e non, al debito sovrano europeo.

«In mancanza di risposte rapide alla crisi da parte delle istituzioni, le aspettative negative dei mercati finanziari hanno scatenato la sfiducia degli attori dell’economia reale. Paradossalmente, sono proprio le imprese, peraltro gestite meglio che mai, a subire i contraccolpi di questa crisi. Nel 2012, la combinazione di una crescita molto indebolita in Europa e di un possibile esaurirsi del credito potrebbe incidere in misura sensibile sul rischio di credito delle imprese », sottolinea François David, Presidente di Coface.

Alla luce di questo contesto deteriorato, Coface abbassa di un grado, ad A4, la valutazione dell’Italia e della Spagna, la prima resa vulnerabile da un debito pubblico imponente, la seconda dall’indebitamento del suo settore privato. Queste due grandi economie del Sud Europa subiranno inoltre una contrazione dell’attività nel 2012. Dall’inizio dell’anno 2011, Coface registra un aumento del 50% circa dei mancati pagamenti delle  imprese dei due Paesi.

Europa emergente più vulnerabile alla contrazione della domanda europea

E’ l’Europa emergente che risentirà di più della contrazione della domanda e dei flussi di finanziamento dell’area euro. In virtù della loro esposizione al debito sovrano dell’area euro, le banche dell’Europa occidentale si vedranno costrette a ridurre il sostegno alle loro filiali, ciò colpirà la concessione del credito alle imprese. Il credito delle banche europee rappresenta il 70% del PIL dell’Europa dell’Est, e si stima che un quinto della crescita degli anni 2000 in Europa dell’Est sia da attribuire al dinamismo del credito transfrontaliero. L’esaurirsi del credito europeo avrebbe un impatto rilevante sull’attività dell’Europa emergente, tanto più che queste economie sono molto spesso caratterizzate da un settore privato molto indebitato in valuta.

Le economie aperte vedranno dimezzata la loro crescita, passando dal 4,1% del 2011 a 2% nel 2012. Le valutazioni A2 della Repubblica Ceca e della Slovenia, unitamente alla valutazione A3 della Slovacchia sono state poste sotto osservazione negativa. L’Ungheria, che fa i conti con l’accresciuta sfiducia degli investitori, è stata declassata a B. L’esposizione al rischio italiano e la vulnerabilità dell’attività indotta da uno shock di cambio portano Coface ad abbassare a B la valutazione della Croazia.

Paesi emergenti preda del ritorno del rischio politico

L’ondata di agitazioni politiche in Nordafrica e nel Vicino e Medio Oriente segna una svolta nel 2011 nei Paesi emergenti: il ritorno del rischio politico. Coface ha registrato nel 2011 numerosi mancati pagamenti legati al rischio politico. L’ondata di cambi di regime si spiega con la crescita inesorabile del desiderio di rinnovamento nella società dei Paesi emergenti. Essa riflette un problema profondo di insoddisfazione economica e politica amplificato dall’ampliamento delle classi medie e da mutamenti socioculturali (accesso a Internet, riduzione dei tassi di fecondità, viaggi). Nelle democrazie emergenti come gli stati latinoamericani, la frustrazione si esprime attraverso la criminalità, mentre nei regimi autoritari i cambi di regime si concretizzano in caso di incapacità degli Stati nel rispondere alle aspirazioni sempre più pressanti della popolazione, sia in termini di diritti politici che di accesso al lavoro e all’imprenditoria.

Il processo di trasformazione politica in atto nell’area Nordafrica/Medio Oriente non è privo di conseguenze sulla valutazione di alcuni Paesi. La valutazione dell’Egitto, le cui finanze pubbliche e i conti con l’estero sono sotto pressione, è stato declassato a C soprattutto a causa della grande incertezza che circonda lo scenario politico nel 2012. In Siria, declassata a D, la situazione estremamente tesa e le sanzioni internazionali avranno ripercussioni negative sulla crescita economica e sui conti pubblici.

Coface ha deciso di rimuovere l’osservazione negativa dalla valutazione D della Nigeria. In effetti i problemi di governo restano un elemento critico del rischio di mancato pagamento delle entità del Paese.