Costretta nel 2005 dal bureau central de tarification (BCT) ad assicurare la responsabilità civile della società Poly Implant Prothèse (PIP), nota alla cronaca per lo scandalo delle protesi al seno difettose e potenzialmente cancerogene (in Francia sono trentamila le donne che hanno effettuato l’impianto ora considerato a rischio e che dovranno al più presto tornare dal chirurgo per rimuoverle; in Italia sono state impiantate tra le 4 e le 5mila protesi), Allianz ritiene di essere stata ingannata e chiede la nullità del contratto.

Il 27 luglio 2010, la compagnia fece ricorso contro i liquidatori giudiziari della società PIP (in bancarotta dal 2010) presso il tribunale del commercio del sud della Francia, per falsa dichiarazione deliberata.

La compagnia si appoggia su un rapporto dell’Agenzia francese della sicurezza sanitaria (Afssaps) che  ha concluso che la PIP ha utilizzato un gel non dichiarato e del quale non era stato testata l’eventuale nocività sull’organismo. L’Afssaps aveva di conseguenza ritirato nel marzo 2010 l’autorizzazione alla commercializzazione e all’utilizzo delle protesi della società.

Se Allianz otterrà l’annullamento, la società sarà scoperta dal 2005 al 2010 e la compagnia non sarà tenuta ad indennizzare le vittime di queste protesi. In Francia si parla di casi potenziali di cancro dovuti a queste protesi almeno per 20 pazienti.

In questo caso non entrerebbe in gioco la responsabilità dei chirurghi che hanno impiantato le protesi, essendo un evidente caso di responsabilità civile prodotti.  Ma se la compagnia dovesse dimostrare di essere stata truffata e il contratto venisse annullato, allora, visto che la società è in liquidazione, il rischio è che le vittime non siano indennizzate, salvo non intervenga l’Oniam, un organismo pubblico incaricato di indennizzare alcuni rischi medici. Ma l’Oniam risarcirebbe solo le persone che hanno effettuato l’impianto delle protesi per ragioni terapeutiche, ovvero circa il 20% dei casi in Francia.