A rompere il silenzio postfestivo era stata Borsa Italiana, comunicando che nella pre-asta di apertura di Premafin non sarebbe stata consentita «l’immissione di ordini senza limite di prezzo». Cautela insufficiente ad arginare le speculazioni del mercato sul riassetto della catena di controllo su FonSai, e le azioni della holding di casa Ligresti non sono mai riuscite a fare prezzo a causa dell’eccesso di rialzo, per chiudere poi con un balzo del 42,86 per cento. Brillante anche Fonsai (+6,29%) e la collegata Milano Assicurazioni (+5,38%). Sotto i fari, le varie ipotesi di cambiamento dell’attuale assetto di controllo di FonSai, alle prese con problemi di patrimonializzazione che richiedono una robusta iniezione di capitali (di cui Premafin al momento è sprovvista). Le ipotesi allo studio, in una situazione ancora fluida, sono diverse e non necessariamente antitetiche tra di loro: un riassetto a monte nella holding, con un aumento di capitale che consenta l’ingresso di Clessidra e altri fondi di private equity; la fusione FonSai e Unipol, che potrebbe anche tradursi in una fusione a tre (con Premafin); un doppio aumento di capitale in controllante e controllata con l’ingresso di nuovi soci in entrambe le società. A mettere un’ulteriore dose di pepe nel dossier sulla galassia assicurativa della famiglia siciliana ieri ha contribuito inoltre l’aggiornamento Consob sulle partecipazioni rilevanti, in cui è emerso che The Heritage Trust – fondo fiduciario con sede alle Bahamas, il cui beneficiario è un uomo legato ai Ligresti Ligresti, Giancarlo De Filippo – detiene dall’1 settembre 2005 il 13,546% di Premafin: una quota superiore al 12% dichiarato dal trust a inizio dicembre, e successivamente rettificato. G.G.F.