Se si deciderà di far confluire Sace, oggi controllata dal ministero dell’economia, sotto Cassa depositi e prestiti (insieme ad altri asset del Tesoro) come manovra d’emergenza per ridurre il maxi-debito pubblico, l’operazione riguarderà probabilmente l’intero perimetro del gruppo guidato da Alessandro Castellano. L’asset principale dell’assicuratore del credito sta infatti in Sace spa, la capogruppo, che ha chiuso i primi nove mesi del 2011 con un utile di 117,3 milioni, in flessione del 54% rispetto al settembre dell’anno precedente, per effetto della crisi che ha colpito il Paese e i titoli pubblici italiani. Ma il gruppo, nonostante il periodo difficile, non trascura di sviluppare e potenziare nuove linee di business per diversificare l’attività. Nel 2010, è stata avviata l’attività della controllata Sace Factoring, cui è stato affidato il compito di smobilizzare i crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione e in poco tempo ha raggiunto un erogato di circa 890 milioni (a fine 2010). Nel 2008 il gruppo guidato da Castellano aveva poi puntato forte sulla crescita di Sace Bt, che si occupa delle attività a mercato che si aggiungono a quelle a lungo termine, che in Italia vengono invece svolte esclusivamente da Sace, con la garanzia dello stato. A un certo punto, durante il governo di Silvio Berlusconi, sembrava addirittura che Sace Bt, dopo la fusione con Sace surety (ex Assedile), potesse essere utilizzata come veicolo per uno sbarco in Borsa, con una parziale privatizzazione del gruppo. Di quel progetto, come noto, non se n’è fatto più nulla e anzi l’esplodere dei sinistri degli ultimi anni ha portato in rosso Sace Bt, che ha chiuso il 2010 in perdita per 4,7 milioni. Quest’anno dovrebbe tornare, invece, il pareggio di bilancio (forse anche con un leggero utile), e la società punta ora a crescere grazie a nuove iniziative. Secondo quanto risulta a MF/MilanoFinanza, ci sarà infatti un potenziamento delle attività di Sace Bt, tramite la controllata Sace servizi (Srv). In quest’ultima, che da luglio 2011 è guidata dal direttore generale Valerio Ranciaro, ex responsabile di sinistri e recuperi della capogruppo, stanno infatti per confluire attività che al momento vengono gestire da Sace spa: come il settore analisi e ricerche economiche per i Paesi Ocse e soprattutto il recupero crediti, un’attività centrale per il gruppo che Sace Srv dovrà svolgere per l’intero perimetro. Non solo. Nel piano industriale appena approvato è previsto anche che il recupero crediti possa essere venduto all’esterno, a cominciare dalle imprese, sviluppando quindi una nuova linea di business. Allo scopo è stata data delega al dg di stipulare piani di rientro e transazioni (nel caso di Sace Bt fino a 500 mila euro con rinunce fino al 50%), ma anche di conferire incarichi a professionisti esterni (fino a 25 mila euro) per azioni di recupero. Un potenziamento che sarà affiancato da una crescita del personale da 22 a 36 persone, con ricollocamenti infragruppo e che però preoccupano non poco i sindacati che nei giorni scorsi hanno chiesto l’attenzione del governo sulla riorganizzazione in atto. (riproduzione riservata) Anna Messia