Il mercato previdenziale italiano oggi mostra dati quantomeno allarmanti. Un numero su tutti: l’80%della popolazione in età lavorativanon ha coperture complementari. E’ una situazione che registra trend preoccupanti. I fondi pensione, ad esempio, sono fermi in termini di adesioni. L’unica forma di previdenza complementare che funziona sono i piani individuali pensionistici (Pip) spinti dai canali distributivi come reti di promotori e agenti.

Chi è responsabile di questa stagnazione? MF-Milano Finanza lo ha chiesto a Dario Moltrasio, head of retail distribution di Zurich global life Italia.

Domanda. I pip sono più costosi di fondi aperti e negoziali e non godono del contributo del datore di lavoro. Perchè un lavoratore dovrebbe preferirli?

Risposta. I Pip hanno caratteristiche di flessibilità e innovazione di prodotto che raramente possiamo trovare negli altri strumenti di previdenza integrativa. Le linee garantite gestite dalle compagnie hanno dimostrato in questi anni difficili grande stabilità dei rendimenti e quindi capacità di proteggere l’investimento previdenziale del cliente. Inoltre ormai è abbastanza diffusa la presenza di opzioni cosiddette life style dove il cliente beneficia di un meccanismo automatico di riallocazione del proprio risparmio previdenziale che sposta l’investimento sulla linea garantita all’avvicinarsi dell’età di pensionamento. I dati Covip dei primi nove mesi del 2011 parlano chiaro: i Pip crescono del 16,5% mentre le altre forme di previdenza integrativa sono sostanzialmente stabili e molti lavoratori dipendenti del settore privato scelgono queste polizze. Forse è giunto il momento di interrogarsi sull’opportunità anche per i Pip di poter beneficiare del contributo del datore di lavoro.

D. Nella scelta del pip a quali caratteristiche del prodotto si deve guardare?

R. Consiglio di guardare con grande attenzione alla solidità patrimoniale della compagnia con la quale stiamo per firmare un contratto così importante per il nostro futuro.

D. Le compagnie assicurative in Italia come affrontano il tema del gap previdenziale?

R. Investendo ogni anno per la formazione delle reti di vendita e continuando a offrire soluzioni innovative. Zurich ad esempio ha varato nel 2011 un programma di formazione chiamato Z pension advisor con l’obiettivo di creare i futuri consulenti previdenziali. I risultati commerciali dei Pip nel 2011 confermano che l’investimento nelle reti di vendita è fondamentale per il decollo della previdenza integrativa.