Il downgrade a BBB+ sull’Italia arrivato venerdì da Stantard & Poor’s continua ad avere conseguenze, anche se non direttamente sul mercato. Il mondo assicurativo è stato chiamato in causa in maniera diretta due giorni fa dai tagli di S&P su Unipol, Cattolica e Generali, e ieri è entrata in campo l’Isvap. L’Authority guidata da Giancarlo Giannini, a pochissimi giorni dal downgrade dell’agenzia internazionale di rating, è intervenuta per modificare un proprio regolamento sui vincoli delle polizze risalente al 2009 e rendere meno rigido il requisito di rating minimo. In altri termini, gli strumenti finanziario-assicurativi interessati dal regolamento Isvap in questione potranno continuare a detenere in portafoglio anche le obbligazioni italiane, senza dovere cedere gli asset per andare incontro a vincoli che erano stati imposti quando pochi avrebbero scommesso su un simile acutizzarsi dei timori sul debito sovrano italiano. 
Nel dettaglio, le modifiche riguardano il regolamento Isvap n. 32 dell’11 giugno 2009 «concernente la disciplina delle polizze con prestazioni direttamente collegate a un indice azionario o altro valore di riferimento di cui all’articolo 41, comma 2, decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 – codice delle assicurazioni private». Quanto al provvedimento di ieri, in sostanza, sono stati sostituiti due periodi. Il precedente periodo è questo: «Il requisito di rating minimo di cui al comma 2, lettera b) non si applica nel caso di titoli obbligazionari emessi da soggetti residenti in Stati appartenenti allo Spazio economico europeo sottoposti a vigilanza prudenziale a fini di stabilità su base individuale, a condizione che esistano accordi di collaborazione sullo scambio di informazioni tra l’Isvap e l’autorità di vigilanza». Ebbene, tale periodo è stato così sostituito: «Il requisito di rating minimo di cui al comma 2, lettera b), non si applica, fermo restando i principi di adeguata sicurezza e negoziabilità di cui al comma 1, nel caso di titoli obbligazionari emessi da soggetti residenti in Stati appartenenti allo Spazio economico europeo sottoposti a vigilanza prudenziale a fini di stabilità su base individuale, a condizione che esistano accordi di collaborazione sullo scambio di informazioni tra l’Isvap e l’autorità di vigilanza nonché di titoli obbligazionari emessi da Stati appartenenti allo Spazio economico europeo».