Di Andrea Di Biase

L’obiettivo di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, era chiudere l’operazione entro la fine di questa settimana, al più tardi entro l’inizio della prossima.

Invece l’accordo per la messa in sicurezza di Fondiaria-Sai e il suo rilancio industriale potrebbe essere raggiunto già oggi. Nonostante la disponibilità manifestata dal fondo Clessidra di investire in FonSai attraverso l’ingresso in Premafin, alla fine la soluzione che avrebbe prevalso dovrebbe essere quella dell’integrazione industriale con Unipol. Una soluzione che, oltre a consentire la nascita di un campione nazionale nel campo delle assicurazioni (la nuova società avrà un giro d’affari nel mercato italiano Danni superiore a quello delle Generali), consentirebbe allo stesso tempo di impedire il tracollo sotto il peso dei debiti delle holding della famiglia Ligresti a monte di FonSai e anche per questo avrebbe ottenuto l’ok di tutte le banche esposte lungo la filiera che da Sinergia arriva, attraversoPremafin, alla compagnia assicurativa.

Alla fine anche Salvatore Ligresti e i suoi figli (Jonella, Giulia e Paolo), che ancora fino a qualche settimana fa erano alla ricerca di una soluzione per non perdere la presa sulla compagnia, avrebbero accettato il nuovo scenario, nonostante nelle ultime ore una proposta informale avanzata dal fondo Sator di Matteo Arpe per valorizzare gli immobili custoditi in Sinergia e Im.Co avrebbe spinto Paolo Ligresti a mettersi di traverso per cercare eventuali alternative all’uscita di scena. L’estremo tentativo del figlio dell’ingegnere di Paternò non sembrerebbe tuttavia essere andato a buon fine anche per la decisione del capofamiglia di chiudere con la compagnia delle coop. Dal canto loro Unipol e il suo amministratore delegato Carlo Cimbri si sono mossi con estrema cautela, evitando di confermare le ipotesi di stampa che da settimane indicavano la compagnia bolognese come il possibile partner industriale di FonSai.

Una precisa strategia che spiega anche la reticenza dei vertici delle grandi cooperative azioniste di Unipol, in realtà pienamente informate della trattativa condotta inMediobanca, nell’affrontare pubblicamente l’argomento FonSai.

Rimane ancora da capire quale sarà lo schema attraverso cui si arriverà all’integrazione tra i due gruppi. L’obiettivo finale di Mediobanca, che è grande creditore sia di FonSai sia di Unipol e della controllante Finsoe, sembra essere una fusione tra le due compagnie, ma non è chiara la strada che verrà seguita. Sul tavolo ci sarebbero due ipotesi. La prima prevederebbe l’ingresso di Unipol in FonSaiattraverso Premafin (il medesimo schema pensato per il fondo Clessidra) e la successiva fusione tra le tre società. La seconda ipotesi passerebbe per una doppia fusione: quella tra Premafin e Finsoe al piano superiore e quella tra Fondiaria-Sai eUnipol al piano inferiore. In entrambi gli scenari le cooperative dovrebbero avere un ruolo centrale nella governance, anche se non è escluso che possano essere affiancati da investitori finanziari (continua a rimanere in pista il fondo Apax).

Anche il mercato, come dimostra l’andamento dei titoli coinvolti, scommette sull’aggregazione, che avrebbe importanti vantaggi industriali. Secondo gli analisti di Equita, non ci sarebbero nemmeno particolari problemi per l’Antitrust, visto le due compagnie assieme «hanno il 32% del mercato Danni e il 37% dell’Rca». Al massimo sarebbe necessaria qualche dismissione per scendere sotto il 30%. (riproduzione riservata)