di Andrea Di Biase

 

Per il momento il dossier Fondiaria Sai non è stato esaminato, neppure in maniera informale, né dal cda di Unipol (l’ultima riunione c’è stata il 22 dicembre) né dai vertici delle cooperative azioniste della compagnia bolognese, e almeno per ora non risultano convocazioni straordinarie di consigli per i prossimi giorni.

L’ipotesi di un matrimonio tra Fondiaria Sai e Unipol, che potrebbe essere alternativa ma non escluderebbe, almeno sulla carta, l’ingresso di Clessidra in Premafin, sembra essere caldeggiata da Mediobanca, che punterebbe ad arrivare a una definizione dell’operazione per la metà di gennaio. È dunque possibile che già nei prossimi giorni il quadro si definisca maggiormente.
Di certo l’aggregazione traFonSai e Unipol, che vede Piazzetta Cuccia esposta per 1,1 miliardi e 400 milioni sulle due compagnie (entrambi prestiti subordinati), avrebbe il vantaggio di creare un campione nazionale nel settore delle assicurazioni, con un giro d’affari superiore ai 20 miliardi nel mercato italiano e capace dunque di tenere testa alle Generali (di cui Mediobancaè il primo azionista con il 13%). Una fusione secca tra le due compagnie avrebbe tuttavia l’effetto di mettere in grave difficoltà le holding della famiglia Ligresti, mettendo a repentaglio anche i crediti delle banche, a partire da Unicredit, nei confronti di Premafin e Sinergia. Problema che invece verrebbe risolto se si procedesse con il disegno di fare investire Clessidra inFonSai attraverso l’ingresso del fondo in Premafin. Per questo tra le ipotesi sul tavolo (nel caso Clessidra e Unipol fossero inconciliabili) ci sarebbe quella di far investire la compagnia bolognese o i suoi azionisti (Finsoe-Holmo) in Premafin, in modo da impedire il default della holding, e poi procedere a una fusione a trePremafin-FonSai-Unipol. «La grande fusione, secondo noi, sarebbe una notizia positiva per i titoli FonSai e negativa per i titoli Unipol», hanno commentato gli analisti di Equita Sim, che hanno abbassato il rating su Unipol da buy a hold con target price a 0,41 euro. Scettici gli analisti di Intermonte, secondo i quali «nel caso in cui il matrimonio vada realmente in porto, vedremmo sicuramente grossi problemi di governance, data la struttura di controllo di Unipol in mano alle Coop». Di certo, però, il mercato ha dimostrato di credere al riassetto in corso. Il titolo Premafin ieri ha chiuso in rialzo del 42,86% a 0,2 euro, Fondiaria-Sai ha guadagnato il 6,29% a 0,65 euro, mentre il titolo Unipol ha terminato in progresso del 3,09% a 0,25 euro. (riproduzione riservata)