Mentre dal mondo delle cooperative giunge un via libera di massima all’operazione, slittano i tempi per mettere a punto i dettagli della maxi-fusione a quattro tra Unipol e le tre società quotate della galassia Ligresti (Premafin, Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni). Per quanto concerne la tempistica, innanzi tutto, il periodo di esclusiva, in cui la società bolognese può procedere con la due diligence, è stato prorogato al 27 gennaio, come del resto era già stato ipotizzato al momento della firma della lettera di intenti non vincolante. Di conseguenza, se il cda della compagnia assicurativa guidata da Carlo Cimbri dovrebbe essere confermato per il 25 gennaio, quello della società guidata da Emanuele Erbetta, inizialmente in calendario per il 27, è slittato a domenica 29. Le ragioni dello slittamento del board, chiamato a dare l’ok alla ricapitalizzazione fino a 750 milioni e ad approvare il matrimonio con Unipol, andrebbero ricercate nei passaggi previsti presso Isvap e Consob. Affinché l’Authority delle assicurazioni possa dare il benestare alla maxi-fusione, è, infatti, necessario che il gruppo bolognese presenti la propria offerta vincolante. Va ricordato che l’iter allo studio prevede che Unipol rilevi il 51% di Premafin attualmente in mano alla famiglia Ligresti, prima di lanciare un’Opa sull’intera capogruppo quotata. In questo modo, Via Stalingrado diverrebbe l’azionista di riferimento della società che, con una quota del 36% attualmente in pegno presso le banche, controlla Fonsai. A questo punto, si procederebbe alla ricapitalizzazione della stessa società assicurativa, ma si richiederebbe a Consob l’esenzione dal lancio di una Opa a cascata. L’appiglio è la richiesta dell’Isvap di riportare il margine di solvibilità di Fonsai dall’attuale 90% circa al livello di sicurezza del 120%, che potrebbe far scattare gli estremi del salvataggio aziendale. Pertanto, tra i passaggi mancanti presso le Authority c’è anche quello in Consob, cui ieri non era stato ancora sottoposto il quesito sull’Opa. La Commissione presieduta da Giuseppe Vegas dovrebbe fornire il proprio parere una volta nota la posizione dell’Isvap. Ieri, intanto, i vertici di Fonsai si sarebbero nuovamente recati presso l’Authority guidata da Giancarlo Giannini. Sempre ieri, si è tenuta a Bologna una riunione delle cooperative che custodiscono la quota di maggioranza di Finsoe, che a sua volta ha in mano il 51% di Unipol. Tale appuntamento, stando a rumor, avrebbe rappresentato l’occasione, per l’ala emiliana delle cooperative, di manifestare apprezzamento per l’operazione. Qualche maligno aggiunge che, semmai, le maggiori perplessità sarebbero giunte dall’ala lombarda delle società mutualistiche. In ogni caso, considerato che a livello di gruppo Unipol dovrebbe finanziare gran parte dell’operazione tramite una ricapitalizzazione da 1 miliardo di euro, per l’azionista Finsoe l’impegno richiesto ammonterebbe a circa 500 milioni, mentre le cooperative nel loro insieme dovrebbero mettere sul piatto 420 milioni. Intanto, val la pena di segnalare che ieri gli analisti di Intermonte, dopo le indiscrezioni di una recente ispezione di Bankitalia in Unipol Banca, paventavano «rischi di ulteriori pulizie di bilancio» per la controllata del gruppo bolognese, motivo per cui «il prospettato aumento di capitale fino a 1 miliardo potrebbe essere anche funzionale a un rafforzamento patrimoniale della banca».