Il massimale della copertura della Costa Concordia, la nave da crociera che nella tarda serata di venerdì  scorso si è incagliata sulla costa del Giglio ed è successivamente affondata, a seguito di una serie incredibile di errori (si parla di manovra azzardata del comandante che si sarebbe avvicinato troppo alla costa per un “rito” effettuato numerose volte) e di ritardi nei soccorsi,  sarebbe pari a 3 mld di euro.

La perdita totale della nave comporta infatti – secondo quanto riporta il Sole 24 Ore di ieri –  “che il broker Aon, il quale assicura corpo e macchine dell’intero naviglio Carnival (azionista di Costa), versi un prezzo pari all’intero valore della nave: circa 450 milioni di euro”. Una dozzina le compagnie assicurative internazionali coinvolte, tra le quali Generali, che stipula le polizze per Costa, e l’inglese RSA. Per quanto riguarda la copertura P&I (protection and indemnity) che riguarda, tra l’altro, i danni all’equipaggio e ai passeggeri (in questo caso il club in prima linea è lo Standard) la polizza stipulata dovrebbe avere una copertura di circa 3 miliardi di dollari (circa 2,4 miliardi di euro al cambio attuale)”.
Di fronte a una total loss, scrive sempre il quotidiano che si basa sulle informazioni fornite da un consulente assicurativo esperto in materia, P&I, il club, che copre la responsabilità civile verso terzi, “interviene per la rimozione del relitto, per la responsabilità verso equipaggi e passeggeri e, a seconda di ciò che decide il tribunale in merito al naufragio, per eventuali inquinamenti marini; per il riconoscimento dei danni da choc (pain and suffering) di chi era a bordo e per il prezzo del biglietto e la loss of enjoyment (cioè il divertimento pagato ma non goduto, ndr). Navi come la Concordia sono assicurate, per circa 3 miliardi di dollari, 2 dei quali destinati ai passeggeri e uno all’equipaggio. Il P&I assiste anche, con i suoi legali, l’armatore di fronte al tribunale”.