Un crollo record per Carnival. Anche sul listino londinese la società che controlla Costa Crociere ha registrato l’effetto dell’incidente avvenuto al largo della costa toscana. Meno 23% il picco negativo registrato nel corso della seduta di ieri, che si è conclusa con un calo di circa il 16,5% a 1878 pence. Ma il tonfo, il peggiore degli ultimi dieci anni, è avvenuto dopo che la società ha dichiarato che il disastro navale che ha coinvolto la Concordia peserà sui suoi utili 2012 per circa 75 milioni di euro. La Concordia sarà fuori servizio almeno per tutto il corrente anno fiscale, che si concluderà il prossimo 30 novembre, così si legge in una nota emessa ieri dalla società di Miami, che è leader mondiale del settore. E questo impatterà sugli utili per azione 2012 tra gli 11 e i 12 centesimi di dollaro, cioè tra 85 e 95 milioni di dollari. Non solo. «L’immagine della nave che affonda, che sta facendo il giro del Pianeta – spiega Wyn Ellis, analista della londinese Numis Securities, che ha ridotto il suo giudizio sul titolo Carnival a hold da add – avrà come implicazione nel breve termine quella di abbattere in tutto il mondo le prenotazioni di crociere».
L’impatto sarà ingente anche su un altro fronte: quello assicurativo. Le perdite potranno variare tra 500 milioni e un miliardo di dollari, in base alle denunce per danni: compresi i potenziali danni ambientali un ammontare superiore a quello del disastro della Exxon Valdez, la petroliera della Exxon Mobil che il 24 marzo 1989 si incagliò nello stretto di Prince Williams, in Alaska. Almeno questa è la stima di Joy Ferneyhough, analista assicurativo per Espirito Santo Investment Bank. Secondo indiscrezioni, tra gli assicuratori di Costa Concordia che dovranno affrontare costi totali di 405 milioni di euro, figurano Generali, Rsa Insurance Group e Xl Group. Carnival è invece assicurata contro le perdite derivanti da usura della nave, mentre il natante è a sua volto assicurato contro i danni per una franchigia di 30 milioni di dollari. La responsabilità civile per lesioni personali su terzi comporta una franchigia di circa 10 milioni per questo incidente. L’esborso in contanti non dovrebbe comunque eccedere il miliardo di dollari (788 milioni di euro), e la Carnival dovrebbe essere in grado di sostenerlo, secondo i calcoli di Ellis. «Il sentiment dei consumatori si risolleva rapidamente dopo eventi di tale tragicità – continua l’analista – e dunque non ci aspettiamo alcun impatto nel lungo periodo in termini di calo della domanda. Incidenti tragici e purtroppo con perdite umane anche di gran lunga peggiori, avvengono di frequente nell’industria aeronautica e ferroviaria e questo non impedisce alle persone di continuare a usare questi mezzi di trasporto».
Carnival, che è quotata sia sul listino Usa che su quello britannico, prima di ieri aveva segnato un rialzo complessivo da inizio anno del 5,7% a Londra e del 5% a New York. Contro il 16% guadagnato a Wall Street (che ieri era chiusa per festività) da Royal Caribbean Cruises. Dopo l’incidente della Concordia è possibile che alcuni investitori si spostino proprio su Royal Caribbean. «Come se l’industria non stesse già affrontando abbastanza problemi – sostiene Tim Ramskill, analista di Credit Suisse – tra la volatilità dei prezzi dei carburanti, la capacità di assorbimento e la debolezza dell’economia europea, questo evento sfortunato si ripercuoterà pesantemente sul gruppo e sul settore». Ma anche l’amministratore delegato di Costa Crociere Pier Luigi Foschi ha dichiarato tuttavia nel corso di una conferenza stampa a Genova che non prevede un impatto di lungo termine sull’industria.
Intanto i soccorritori stanno cercando le 16 persone che risultano ancora disperse. Sei i morti e 70 i feriti sui circa 4.200 viaggiatori, tra passeggeri ed equipaggio. La società Tui non ha registrato cancellazioni e non è in grado di determinare gli effetti sulle prenotazioni, secondo la portavoce Alexa Huener. E Thomas Cook Group, il secondo maggior tour operator europeo dopo Tui, ha dichiarato che i suoi passeggeri sulla Concordia sono tutti in salvo. Mentre Hapag-Lloyd Cruises, per bocca del suo portavoce Negar Etminan, ha dichiarato che è troppo presto per pronosticare i possibili effetti dell’incidente. «Tuttavia – spiega in una nota Greg Johnson, analista di Shore Capital – l’impatto potenziale sul rendimento delle prenotazioni avverrà in un ambiente in cui le prenotazioni sono già piuttosto contenute» e, inoltre, procedure di sicurezza più rigide potrebbero andare ad aumentare i costi annuali di gestione. L’Europa ha generato il 38% del fatturato di Carnival nell’esercizio 2010, l’ultimo intero di cui sono disponibili i risultati disaggregati per aree geografiche. La controllata genovese Costa Crociere è la maggior linea crocieristica per passeggeri e capacità delle navi, secondo la stessa capogruppo.