Scatta l’intesa tra Unipol e la galassia Fondiaria Sai. La strada tracciata è quella di un maxi polo assicurativo a quattro teste, che nascerebbe dalla fusione tra Unipol, Fonsai, Milano Assicurazioni e la stessa holding della famiglia Ligresti, Premafin. Prima che tutto ciò avvenga, però, ci sarà un’Opa sulla Premafin promossa dalla compagnia bolognese, quindi un aumento di capitale sempre della holding, un’iniezione di liquidità nella compagnia guidata da Emanuele Erbetta e infine una ripatrimonializzazione di Unipol. L’accordo di base, secondo quanto anticipato ieri da indiscrezioni, sarebbe stato raggiunto in tarda serata nel corso dell’ennesimo vertice fiume tra le parti. L’operazione, assai complessa nelle sue tecnicalità, permetterà di creare sul mercato italiano un colosso del settore assicurativo che avrà una quota del 32 per cento del mercato Danni e del 10 per crento del mercato Vita. Resta ancora da definire nel dettaglio, invece, l’intesa relativa alla governance del nuovo gruppo che nascerà. E proprio sui pesi dei vari soci azionisti si giocherà la partita più importante. In ogni caso, secondo le indiscrezioni circolate ieri, la catena di controllo vedrà Finsoe, azionista di riferimento di Unipol, che tirerà le fila del nuovo agglomerato assicurativo e di Unipol Banca. Confermata, invece, l’uscita di scena dei Ligresti, che saranno liquidati in sede d’Opa. Su questo fronte, al momento, l’unica voce fuori dal coro rispetto alla volontà della famiglia di fare un passo indietro sarebbe quella di Paolo Ligresti, secondo cui una decisione definitiva sul riassetto verrà presa solo questa mattina. Ma si tratta dell’unico componente della famiglia ancora dubbioso sul da farsi. La Borsa ha già deciso: ieri il titolo Fonsai ha guadagnato il 7,2% a 0,64 euro, mentre la compagnia assicurativa di Via Stalingrado ha perso il 4,3 per cento. Invariata invece la controllante Premafin. A spianare la strada a Unipol è stato l’addio all’operazione da parte del fondo Clessidra, che aveva aperto da giorni un fascicolo sulla galassia dell’ingegnere siciliano. A favore della compagnia bolognese avrebbe giocato il pressing esercitato da Mediobanca, esposta verso Fonsai per 1,1 miliard e verso la stessa Unipol per circa 400 milioni, e da Unicredit (tra l’altro socia di Fonsai al 7 per cento). Ma contro Clessidra ha remato anche la volontà di rilevare sul mercato i diritti di opzione di Premafin, nell’ambito di un aumento di capitale necessario a reperire le risorse per ricapitalizzare poi Fonsai, anziché acquistarli a premio direttamente dalla famiglia. I tempi dovrebbero essere molto brevi: Fonsai potrebbe «certificare» il passaggio già nel cda del 27 gennaio che dovrebbe deliberare sulla ricapitalizzazione fino a 750 milioni. L’Opa su Premafin costringerebbe Unipol a un aumento di capitale di 300-350 milioni (attualmente la controllante dei Ligresti capitalizza 130 milioni). Un’altra incognita riguarda poi l’uscita dei Ligresti: non potendo più avere incarichi nella governance, la famiglia cercherà di spuntare il prezzo più alto per limitare, con la «buonuscita» così ottenuta, i danni nella ristrutturazione del debito delle holding non quotate Sinergia e Imco, che le banche creditrici minacciano di spogliare di tutti i loro asset immobiliari.