di Simona D’Alessio 

Da oggi nel nostro ordinamento entrano (di diritto) cinque nuovi ecoreati: con la pubblicazione in G.U. n. 122 del 28/5/2015 della legge 68/2015 sarà possibile punire chi commette disastro ambientale, inquinamento ambientale, traffico e abbandono di materiale radioattivo, impedimento del controllo e omessa bonifica. Il provvedimento, varato definitivamente dal senato pochi giorni fa (ItaliaOggi del 20/5/2015), prevede reclusione e multe severe, stabilendo per il disastro ambientale da 5 a 15 anni di carcere, per l’inquinamento da 2 a 6 anni (con multa da 10 mila a 100 mila euro); per entrambe le fattispecie si introducono inasprimenti, in caso dalle azioni commesse derivino lesioni personali, o la morte. Laddove, poi, i reati di inquinamento e di disastro ambientale vengano commessi per colpa, anziché dolo, le pene vengono ridotte da un terzo a due terzi, mentre il traffico e il rilascio nei terreni di materiale ad alta radioattività cagionerà da 2 a 6 anni di carcere; e impedire i controlli di luoghi avvelenati costerà da 6 mesi a 3 anni. Il Parlamento ha introdotto, inoltre, lo «sconto» per chi mette in sicurezza le zone inquinate: mediante il cosiddetto «ravvedimento operoso», infatti, scatterà il beneficio della riduzione da un terzo alla metà della pena, e di un terzo per chi collaborerà con la magistratura, o con le forze di polizia «nella ricostruzione del fatto, nell’individuazione degli autori, o nella sottrazione di risorse rilevanti per la commissione dei delitti». E, ancora, la norma ha disposto delle aggravanti, qualora nella contaminazione del territorio abbiano avuto un ruolo le organizzazioni mafiose, delle cui indagini dovrà esser avvisato il procuratore nazionale Antimafia, nonché le Entrate.