DI PAOLO BOZZACCHI

Tutela unica europea per chi guida all’estero. Questo l’obiettivo della Commissione europea, che ha lanciato una consultazione pubblica (aperta fi no al prossimo 19 novembre) per aiutare le vittime di incidenti stradali transfrontalieri. Da sciogliere al più presto, infatti, il nodo delle diverse scadenze di presentazione delle richieste di risarcimento danni, che cambiano notevolmente tra i diversi paesi membri. Sono attualmente 130 milioni gli europei che hanno programmato una vacanza in un altro Paese membro quest’anno. Di questi, 3/4 useranno l’automobile o la motocicletta per raggiungere la destinazione prescelta. E inevitabilmente alcuni turisti saranno coinvolti in incidenti stradali durante le vacanze. La Commissione europea ha deciso di intervenire perché attualmente la diversità delle norme nazionali rischia di confondere le vittime, che possono lasciar passare le scadenze (talvolta ravvicinate) e fi nire con il non ricevere alcun risarcimento. L’obiettivo della consultazione è conoscere meglio la portata del problema e valutare le possibili soluzioni. L’iniziativa si aggiunge agli sforzi più ampi dell’esecutivo Ue per aiutare le vittime di reato nell’Ue e giunge dopo la recente approvazione da parte dell’Europarlamento e del Consiglio della proposta della Commissione sui diritti minimi delle vittime di reato. Le possibili soluzioni immaginate da Bruxelles nella consultazione pubblica vanno dalla fornitura di maggiori informazioni alle vittime di incidenti stradali transfrontalieri, all’armonizzazione dei termini di prescrizione e decadenza. La consultazione è diretta agli operatori della giustizia, a tutti coloro che si recano all’estero con la propria auto o moto, agli assicuratori e a ogni altro soggetto o organizzazione interessati. Le stime del numero di persone coinvolte in incidenti stradali transfrontalieri variano in quanto non sono disponibili statistiche centralizzate. Tuttavia, è probabile che almeno il 2% degli incidenti stradali nell’Ue coinvolga visitatori provenienti da un altro paese dell’Unione: turisti, lavoratori transfrontalieri (come gli autotrasportatori) o persone che attraversano regolarmente il confi ne per raggiungere il posto di lavoro. È probabile che i viaggiatori europei vittime di un incidente stradale in un altro paese dell’Ue chiedano il risarcimento dei danni conseguenti all’incidente. E ciascun paese dell’Ue ha norme procedurali diverse che disciplinano le domande di indennizzo e regole nazionali estremamente varie per quanto concerne i termini per la presentazione di una domanda di risarcimento, che possono andare da uno a dieci anni. Poiché è meno probabile che i visitatori provenienti da altri stati membri conoscano queste norme, le vittime possono avere problemi ad accedere alla giustizia. Anche se i viaggiatori possono anche ignorare la decorrenza o le possibilità di sospendere tali termini. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito Internet: http://ec.europa. eu/justice/newsroom/civil/opinion/ 121031_en.htm © Riproduzione riservata