I “Vulnerable 20” (V20), il gruppo che comprende i venti paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici e alle catastrofi naturali, intende stabilire entro i prossimi cinque anni un meccanismo di risk pooling per i rischi relativi al clima. Questo è quanto è stato annunciato in occasione del loro meeting inaugurale a Lima (Peru), tenutosi durante i convegni del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.

I membri del gruppo rappresentano 700 milioni di persone che vivono nei paesi che sono più vulnerabili al rischio climatico, con l’obiettivo di mettere in atto piani d’azione per costruire la resilienza e migliorare il finanziamento dei rischi entro il 2020.

Durante il meeting, guidato dal segretario delle finanze delle Filippine, Cesar Purisima, il gruppo V20, in cui ogni stato è rappresentato da ministri delle finanze, ha proposto varie iniziative. La più rilevante è l’intenzione di stabilire un servizio di risk pooling climatico, per fornire assicurazione e finanziamenti dei rischi, al fine di permettere agli stati membri di riprendersi più rapidamente dai rischi relativi alle condizioni climatiche estreme e alle catastrofi naturali.

La risk pool, denominata “V20 Climate Risk Pooling Mechanism”, è stata creata per fornire capitale “just in time”, nel momento in cui si verificano disastri naturali. L’obiettivo è di valorizzare e migliorare, all’interno degli stati membri del V20, la qualità della vita, il finanziamento delle attività di recupero, la sicurezza dei posti di lavoro, del settore assicurativo, delle aziende e degli investitori.

Lo scopo è di creare, a livello globale, uno strumento di risk pooling transregionale che sarà modellato sull’esempio di altri strumenti consolidati di pooling assicurativi per il clima e le catastrofi naturali, come il CCRIF SPC nei Caraibi o l’African Risk Capacity (ARC).

Per stabilire il risk pool, sarà intrapreso un approccio di collaborazione tra il pubblico e il privato, sfruttando così anche i mercati riassicurativi privati, come tendono a fare gli altri risk pool del mondo.

Il V20 Climate Risk Pooling Mechanism consisterà anche in un trasferimento del rischio basato sull’indice (di rischio), in modo che i trigger parametrici, gli indici climatici e altre forme di protezione innovative forniscano un livello supremo di copertura assicurativa.

I rischi coperti saranno quelli idro-meteorologici, che, secondo il gruppo, sono quelli più esposti al cambiamento climatico, e cioè siccità, alluvioni, precipitazioni estreme, ecc.

Il servizio di pooling tra gli stati renderà possibile la creazione di un risk pool diversificato, migliorandone di conseguenza l’accessibilità e permettendo che venga fornita un’assicurazione per le catastrofi naturali efficiente in termini di costi.

Oltre all’obiettivo del rafforzamento della resilienza, sono possibili incentivi per l’adattamento, finché il pricing si baserà sul rischio.

Vengono anche menzionati i catastrophe bond come qualcosa che gli stati membri del gruppo V20 stanno considerando tra le altre misure e strumenti di condivisione del rischio.

Un servizio di risk pooling tra questi stati fornirà un’ulteriore opportunità ai mercati finanziari per dimostrare la propria efficienza, in termini di costi, nella protezione riassicurativa del capitale.

Con il coinvolgimento della Banca Mondiale c’è anche la prospettiva che in futuro il risk pool dei V20 utilizzi i catastrophe bond per trasferire il rischio e prodotti riassicurativi.

Il gruppo V20 comprende i seguenti stati membri: Afghanistan, Bangladesh, Barbados, Bhutan, Costa Rica, Etiopia, Ghana, Kenya, Kiribati, Madagascar, Maldive, Nepal, Filippine, Ruanda, Santa Lucia, Tanzania, Timor-Leste, Tuvalu, Vanuatu e Vietnam.