Alluvioni, terremoti, uragani e siccità continuano a devastare le nazioni, danneggiando la loro economia e causando la perdita di molte vite. Il divario tra i danni assicurati e quelli totali sta aumentando sempre più e spesso i paesi che sono propensi ai disastri naturali sono impreparati finanziariamente.                                    

I governi sono esposti in modo univoco a questi rischi. Soluzioni e strumenti assicurativi innovativi possono aiutare a colmare questa lacuna, ma è di fondamentale importanza che vengano messi in atto prima di una catastrofe.

Queste sono le principali conclusioni della nuova pubblicazione di Swiss Re “Disaster risk financing: Smart solutions for the public sector”, nella quale la compagnia svizzera di riassicurazione mostra che il costo economico delle catastrofi naturali è cresciuto in modo marcato negli ultimi 40 anni. Il cosiddetto “gap di protezione”, ossia il rapporto tra i danni economici totali e quelli assicurati, resta ampio nonostante la disponibilità nel mercato di soluzioni assicurative innovative. Ridurre questo divario aiuterebbe a rafforzare la resilienza finanziaria di uno stato.

“Il settore assicurativo sta già rispondendo a questa situazione sfavorevole, provvedendo a ‘sottoassicurare’ tramite misure innovative di risk management, non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche in quelli sviluppati,” ha affermato il Group Chief Executive Officer di Swiss Re, Michel M. Liès. “Man mano che aumenta l’interdipendenza globale, lo scenario del rischio si complica sempre più. Nessun paese si può permettere ora di restare senza protezione.”

Negli ultimi 10 anni, in media solo il 30% di tutti i danni causati dalle catastrofi naturali è stato coperto da un’assicurazione, il che significa che il costo del 70% dei restanti danni (ossia 1.3 trilioni di dollari) è stato sostenuto dai singoli individui, dalle aziende e dai governi.

Di solito i governi non solo si sobbarcano il costo delle attività di soccorso e di recupero, ma finanziano anche la ricostruzione delle infrastrutture e, nel caso di individui o aziende sottoassicurate, anche le spese di ricostruzione di privati. Eppure, la maggior parte dei governi cerca i fondi necessari solo una volta che la catastrofe naturale è avvenuta, aumentando le tasse, chiedendo prestiti o aiuti internazionali e spesso affrontando costi elevati e notevoli ritardi. Questi eventi possono spazzare via anni di miglioramenti raggiunti con molta fatica nello sviluppo. L’agenzia di rating Standard & Poor’s di recente ha pubblicato un report, nel quale viene indicato che la capacità di un paese di essere preparato di fronte alle catastrofi naturali e alle relative conseguenze comporta una migliore valutazione.

Come priorità, i governi dovrebbero innanzitutto contribuire a far funzionare il mercato assicurativo, che aiuta ad assorbire una quantità maggiore di danni causati da catastrofi naturali subiti dagli individui e dalle aziende. Due sono i tipi di soluzioni finanziarie che i governi possono adottare: quelle “pre-catastrofe”, che possono alleggerire l’eventuale onere finanziario dei governi, e quelle “post-catastrofe”, come il finanziamento con capitale di debito (o di terzi) o donazioni, che dovrebbero entrare in gioco solo per coprire il costo di danni residui, dopo che tutte le altre opzioni di trasferimento del rischio siano state esaurite.

“Per un’efficace protezione dal rischio, in caso di catastrofe naturale i fondi devono essere velocemente accessibili, il che significa che le disposizioni finanziarie dovranno essere già state messe in atto prima,” afferma Martyn Parker, dirigente dell’unità Global Partnerships di Swiss Re, che opera con i clienti del settore pubblico. “L’essere preparati finanziariamente riduce la volatilità del bilancio statale e abbassa i rischi nel processo di pianificazione del settore pubblico, oltre a rendere lo stato più attraente per gli investitori.”

Lo studio, presentato durante il meeting annuale World Bank/IMF a Lima, mette in evidenza alcuni paesi che collaborano con le compagnie assicurative per attuare soluzioni innovative. Il Messico, per esempio, è un pioniere nella securitizzazione del rischio di terremoti e uragani. L’ Uruguay ha creato un meccanismo ingegnoso di trasferimento del rischio delle scarse precipitazioni che minacciano la produzione di energia idroelettrica. I governi dell’America Centrale e dei Caraibi hanno assicurato i loro rischi contro uragani e terremoti. The Africa Risk Capacity assicura diversi paesi contro il rischio di siccità. La pubblicazione evidenzia anche le attività in Thailandia, Bangladesh e Africa.