Da molti anni in Italia si discute sull’opportunità di introdurre un sistema di coperture assicurative contro le catastrofi naturali per il patrimonio abitativo civile.

ANIA e Guy Carpenter hanno pubblicato uno studio per contribuire alla discussione pubblica non tanto

illustrando quali possano essere i vantaggi di un sistema assicurativo contro  tali rischi per i cittadini e lo Stato, tema peraltro già molto discusso  pubblicamente, bensì fornendo delle risposte, argomentate con un linguaggio il  più possibile  accessibile ai  non addetti ai lavori, alle seguenti domande ricorrenti:

− A quanto ammonta  il  danno annuo  alle abitazioni civili dovuto ad eventi  sismici e alluvionali e qual è sua dettagliata distribuzione di probabilità?

− Quanto capitale, in gergo assicurativo capacità, è necessario per assicurare il patrimonio abitativo dal momento che un sistema assicurativo si impegna  da subito a risarcire danni aleatori che, nel caso delle catastrofi naturali,  potrebbero ammontare a multipli  della cifra certa, cioè il premio, che riceve  a fronte della copertura offerta?   

− Perché si discute di coperture  assicurative  obbligatorie oppure  semiobbligatorie?  Perché  il mercato delle coperture contro tali rischi su  base volontaria, nel nostro Paese, non decolla?

− Quali sono i possibili sistemi assicurativi implementabili? Chi dovrebbe  assumersi il rischio? Il mercato assicurativo  privato con il supporto del  mercato dei capitali, lo Stato oppure una combinazione dei due? Come  andrebbe organizzata la distribuzione delle coperture  assicurative? E  la  valutazione e la liquidazione dei danni?

− I prezzi delle coperture dovrebbero essere proporzionali al rischio oppure  essere altamente mutualistici e indifferenziati sul territorio? Quale potrebbe  essere il ruolo di un consorzio o di un fondo perequativo?

 

In Italia, secondo ISTAT, le unità abitative sono circa 27 milioni per un valore  di ricostruzione stimabile intorno ai 3.900 miliardi di euro. Il danno medio  annuo stimato a tale patrimonio da eventi sismici e alluvionali ammonta a  circa 2,8 miliardi  di euro  che corrisponde a pressappoco 73 euro per unità abitativa dal valore di ricostruzione di 100.000 euro.

Con una elevata probabilità, pari al 99,5%, il danno annuo al patrimonio abitativo non eccede i 34 miliardi di euro, pertanto un sistema assicurativo che disponesse di tale capacità risulterebbe detenere i requisiti di solvibilità fissati dalla normativa europea denominata Solvency II che entrerà in vigore  dal 2012.

Da notare che l’applicazione di franchigie e scoperti alle  eventuali  coperture  assicurative  permetterebbe di ridurre l’entità dei risarcimenti,  concentrandoli solo sugli eventi più gravi, e conseguentemente di ridurre  anche la capacità necessaria al sistema.

 

Il mercato delle coperture assicurative contro le catastrofi naturali per le  abitazioni civili in Italia non è ancora decollato per carenze sia di domanda che  di offerta. Per quanto riguarda la domanda i finanziamenti  ex-post a seguito  delle catastrofi naturali hanno indotto i cittadini a ritenere, erroneamente, di  aver diritto ad un risarcimento causando una scarsa propensione ad atti di  prevenzione individuale. Inoltre, la sensibilità  al tema è concentrata nelle aree a più alto rischio il che rende la scarsa domanda altamente “anti-selezionata”.

Dal punto di vista dell’offerta l’elevata rischiosità del territorio italiano rende  tali coperture impegnative dal punto di vista del capitale da allocare, inoltre la  difficoltà di raggiungere una massa critica non concentrata esclusivamente  nelle zone ad alto rischio ha scoraggiato iniziative massive di commercializzazione di questa tipologia di polizze. Per tale motivo nel recente  passato si è discusso  sull’introduzione dell’obbligatorietà dell’assicurazione contro le catastrofi naturali o di una estensione obbligatoria a questi eventi per  le coperture incendio.

Nei sistemi assicurativi tradizionali, in cui il proprietario sottoscrive una  copertura assicurativa per proteggere  un bene, si possono schematicamente  distinguere tre funzioni: il trasferimento del rischio, la commercializzazione e  gestione dei contratti, la valutazione e liquidazione degli eventuali danni. Per  quanto riguarda il trasferimento del rischio, che comporta l’incasso di un  importo certo (premio della copertura assicurativa) verso l’impegno di risarcire  eventuali danni, i soggetti candidati a tale ruolo sono il mercato assicurativo e  riassicurativo privato, i mercati finanziari e lo Stato. Nel caso italiano, vista la  rischiosità del territorio e la conseguente necessità di disporre di elevati  capitali, una soluzione ragionevole sembra essere un sistema misto con la  partecipazione dello Stato e  del sistema  assicurativo privato. Per quanto  riguarda le altre funzioni il settore assicurativo privato, disponendo già di una  organizzazione capillare sul territorio che sottoscrive contratti assicurativi e  che valuta e liquida i danni risarcibili, è il candidato naturale a svolgerle con  efficienza.   

Si possono sviluppare sistemi assicurativi sia con prezzi proporzionali al  rischio territoriale e quindi anche sensibilmente differenziati da luogo a luogo, sia sistemi assicurativi con prezzi indifferenziati sul territorio. In questo ultimo  caso vanno implementati degli accorgimenti, quali fondi perequativi o consorzi assicurativi, per far convivere il libero mercato con l’imposizione di prezzi  indifferenziati per il parametro territoriale. Infine, prezzi differenziati per  modalità costruttive e misure di prevenzione possono fungere da importante  incentivo all’adozione di misure virtuose.

Nel capitolo “Stima del danno annuo massimo probabile da catastrofi  naturali alle abitazioni civili” lo studio riporta la valutazione probabilistica del danno  annuo che gli eventi sismici e alluvionali arrecano al patrimonio abitativo civile  in Italia. La valutazione è stata eseguita utilizzando i più sofisticati modelli simulativi, descritti in appendice,  attualmente  disponibili. Tra i  diversi valori  presentati, lo studio pone particolare attenzione all’annual expected loss, che è il danno annuo atteso e  alla distribuzione del massimo danno probabile per  tempo di ritorno. Quest’ultima distribuzione associa ad un determinato livello  di probabilità l’entità che il danno può raggiungere. Ad esempio: se al tempo di ritorno 200 (espresso in  anni) la distribuzione associa un valore di 1.000 euro significa che al 99,5% il danno sarà minore o uguale a 1.000 euro mentre con una probabilità pari allo  0,5% (1 anno ogni 200) il danno supererà i 1.000 euro.

Nel capitolo Analisi quantitativa su due regimi assicurativi proposti nel  passato si illustrano alcune proposte di legge, discusse nel recente passato,  tese a introdurre un sistema di coperture assicurative in Italia e, soprattutto, si  analizzano le motivazioni per cui l’assicurazione volontaria contro le catastrofi  naturali non  si è  ancora diffusa in modo consistente nel nostro Paese.  Sono  analizzate quantitativamente le due principali proposte sottoposte alla  discussione pubblica: una tesa a rendere obbligatoria l’assicurazione delle  unità abitative civili contro le catastrofi naturali e l’incendio; l’altra che, pur  mantenendo la  volontarietà della copertura, introduce l’obbligo di estendere  obbligatoriamente alle catastrofi naturali le coperture contro l’incendio.

Nel capitolo  Possibili sistemi assicurativi e varie modalità di  finanziamento del rischio viene  ampliato lo spettro della discussione anche  sulla scorta di varie esperienze internazionali. Inizialmente sono descritte due  macro categorie di sistemi assicurativi contro le catastrofi naturali, quello  tradizionale che consiste nell’assicurazione classica dei beni attraverso   contratti assicurativi e quello, chiamato per comodità di  contingent capital, che  prevede un  “risarcimento” non in funzione degli effettivi danni causati  dalle catastrofi naturali bensì in funzione del loro accadimento e della  loro  magnitudo. Quest’ultimo, per le sue caratteristiche, sembra più adatto  a funzioni macroeconomiche che a quella di protezione del valore di determinati  beni. Successivamente e relativamente alla forma tradizionale di assicurazione  si discute:

− sui vari soggetti che possono assumere e gestire il rischio assicurativo cioè  mercato assicurativo e riassicurativo internazionale, mercato dei capitali,  Stato o combinazione dei vari soggetti e loro relativi  ruoli. Sull’importanza  delle funzioni di  sottoscrizione e distribuzione delle coperture  e di quelle  relative alla valutazione e liquidazione degli eventuali danni;

− su quanta capacità, cioè quanta quantità di rischio, è presumibile che possa  essere messa a disposizione dal mercato assicurativo nazionale e  riassicurativo internazionale per le coperture contro le catastrofi naturali  nel nostro Paese.  

Nel capitolo  Alcuni aspetti tecnici rilevanti vengono  illustrate alcune problematiche di natura tecnica quali la necessità di definire in modo preciso l’oggetto e il perimetro delle coperture e quelle, anche di natura organizzativa, che possono  insorgere nella fase di  valutazione dei danni. A questo ultimo proposito è presentato un  case-study relativamente ad una interessante esperienza fatta dal CINEAS a seguito del  recente terremoto de l’Aquila. Vengono trattati anche alcuni aspetti fiscali e i diversi possibili regimi di prezzi  delle coperture  (prezzi proporzionali al rischio sul territorio o prezzi  indifferenziati) e il possibile ruolo di un consorzio o di un fondo perequativo.

Nel sesto capitolo Dati utilizzati, ambito e limiti dello studio si illustrano i dati  utilizzati  si presentano  i limiti e l’incertezza  intrinseca  dei risultati forniti dallo studio.

Nell’Appendice vengono illustrate le metodologie e i modelli utilizzati, vengono  presentate alcune statistiche descrittive del mercato italiano relativamente alle  polizze  assicurative  contro l’incendio  per le abitazioni ed, infine, viene  proposta una sintetica descrizione dei sistemi assicurativi contro le catastrofi naturali adottati in diversi paesi.