Le nanotecnologie sono una scienza applicata in forte sviluppo, che ha un enorme potenziale per la creazione di prodotti industriali e di consumo realmente innovativi. Si prevede una crescita significativa in tutti i segmenti dell’industria che adottano queste tecnologie, peraltro già utilizzate per un vasto range di prodotti, dalle creme cosmetiche alla componentistica delle autovetture.

Se ne è parlato oggi in un convegno presso l’Università Bocconi di Milano, promosso dal Gruppo Allianz, dalla Fondazione Giannino Bassetti e dallo stesso ateneo milanese. Dopo il saluto del Magnifico Rettore Andrea Sironi, Michael Bruch, responsabile Research & Development and Risk Consulting di Allianz Global Corporate and Specialty (AGCS) ed esperto di rischi all’Allianz Center for Technology (AZT), ha tenuto una lezione sul ruolo che l’assicurazione può avere nello sviluppo delle tecnologie innovative, come sono appunto le nanotecnologie.

Il convegno si collocava nella prospettiva più ampia del rischio e della responsabilità nell’innovazione, tema che emerge con prepotenza in un’epoca in cui è la tecno-scienza a  dettare le linee per lo sviluppo futuro. Al dibattito seguito all’intervento di Bruch, hanno partecipato il professor Alfonso Gambardella della stessa Università Bocconi, Jonathan Hankins della Fondazione Bassetti e Fabian Muniesa dell’Observatory for Responsible Innovation, Mines ParisTech.

“L’impatto di queste innovazioni – spiega  Piero Bassetti, Presidente della Fondazione Giannino Bassetti che da oltre 15 anni si occupa di responsabilità nell’innovazione – va ben oltre i singoli segmenti di mercato. Come avviene negli autentici processi innovativi, siamo di fronte a un sapere tecnico-scientifico cui si affianca il potere rappresentato dai capitali. E questo tipo di innovazioni cambia la storia. Serve un concetto di responsabilità dell’impresa e delle istituzioni politiche che sia all’altezza della sfida. Servono nuovi strumenti per affrontare il rischio”. La Fondazione, in occasione dell’evento, ha rilasciato un ulteriore volume della sua serie di libri: “A Handbook for Responsible Innovation”, che tratta molti dei temi affrontati nell’incontro, disponibile dal sito di Amazon.

Dal canto suo Bruch, economista e ingegnere ambientale, ha illustrato perché le nanotecnologie presentano al settore assicurativo e del risk management sfide ed opportunità notevoli. E’ un dato di fatto che le esposizioni nei confronti dell’ambiente, della salute e della sicurezza che possono derivare dai nanomateriali lungo il loro ciclo di vita sono relativamente sconosciute. I nanomateriali, ad esempio, presentano livelli di tossicità diversi rispetto alle loro controparti più grandi e l’esposizione al pericolo può sorgere in modi del tutto nuovi. Peraltro, la tossicità dei materiali in uno stato macro non modificato non necessariamente corrisponde a una tossicità nel nano stato. In questo campo non si può quindi fare affidamento su tradizionali regolamenti sulla salute e sicurezza dell’ambiente o protocolli di mitigazione del rischio che risultano del tutto inadeguati, né su serie storiche di eventi che possano permettere  accantonamenti di riserve e tariffazioni appropriate.

E’ quindi auspicabile un nuovo approccio “di prospettiva” che favorisca un dialogo aperto con tutti i portatori di interessi (produttori, consumatori, regolatori, assicuratori). E’ necessario rispondere ai requisiti posti dai vari gruppi della società civile perché si sviluppino, in modo responsabile e sostenibile, applicazioni innovative che utilizzano le nanotecnologie. In altri termini, per definire il livello accettato di rischio e per costruire un sistema condiviso di regole e buone pratiche, dove l’assicurabilità di un prodotto o di una tecnologia diviene una pre-condizione essenziale per poter accedere al mercato dei capitali e finanziare ricerca e produzione.