di Anna Messia
Le compagnie assicurative italiane sono in salute e anche in caso di scenari finanziari avversi possono reggere il colpo e confermarsi più solide di quelle francesi, tedesche o britanniche. Sono questi, in sintesi, i risultati del nuovo stress test sulle assicurazioni Vita europee pubblicati ieri sera dall’Eiopa. Per scelta non ci sono i numeri delle singole compagnie, ma i dati aggregati appaiono confortanti per l’Italia. Tra l’altro stavolta l’esame è stato più stringente di quello realizzato due anni fa, che già aveva mostrato un sistema italiano solido. Il primo scenario (low for long) del nuovo test ha previsto in particolare una prolungata fase di bassi tassi d’interesse (diventato già in parte realtà), mentre il secondo scenario, di tipo double hit, ha ipotizzato il crollo simultaneo del valore dei titoli azionari e obbligazionari. Nel primo caso le assicurazioni italiane se la sono cavate decisamente meglio della media europea, mentre nel secondo scenario (più ipotetico) sono andate un po’ sotto la media, ma in linea con i mercati principali. Del resto la situazione di partenza le vedeva già avvantaggiate, visto che il 1° gennaio 2016, data in cui è partito il nuovo sistema sui requisiti di capitale Solvency II, l’indice di solvibilità del sistema assicurativo italiano era del 243%, ossia quasi due volte e mezzo più alto del minimo richiesto dall’authority, nonostante il fatto che in Italia le misure per attenuare l’impatto di Solvency II (quelle contro la volatilità e quelle transitorie destinate a scomparire) siano più contenute rispetto a quelle adottate in altri Paesi, come per esempio in Germania. Nel resto d’Europa l’indice Solvency II di partenza era invece del 196%. Ecco com’è andata in dettaglio: nel primo scenario l’Europa ha in media visto ridursi l’eccedenza delle attività rispetto alle passività (complessivamente di 280 miliardi) del 18%, mentre il taglio per l’Italia è stato più contenuto, pari al 5,1%. Nello scenario double hit la riduzione dell’eccedenza di attività sulle passività è stata invece in Italia del 33,8% contro una media europea del 28,9%. L’analisi, che ha perso in considerazione 16 compagnie italiane (tra cui Generali , UnipolSai , Poste Vita e Allianz Italia) mostra insomma un sistema resistente, ma Ivass non abbassa la guardia e ieri ha dichiarato che «continuerà a sviluppare azioni di vigilanza che rafforzino la capacità delle imprese di fronteggiare i rischi dell’attuale contesto macroeconomico severo». Intanto in Ania esprimo soddisfazione: «I risultati sono un’ulteriore conferma della solidità e dell’affidabilità del settore assicurativo italiano», ha detto la presidente Maria Bianca Farina. (riproduzione riservata
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