Per far fruttare al meglio i risparmi previdenziali dei professionisti italiani è necessario poter contare su regole in linea con il mercato. E per far decollare la sanità integrativa il fisco deve togliere gli svantaggi che penalizzano le partite Iva rispetto ai dipendenti. È il messaggio che arriva da Saturnia, dove nelle scorse settimane si sono date appuntamento casse di previdenza, fondi pensioni e casse sanitarie, con la finalità di condividere progetti e best practice da proporre al governo per arricchire e integrare il sistema pubblico.
Promosso da Valore (www.valoresrl.it), società specializzata in consulenza a casse e fondi, il Forum di Saturnia è arrivato al sesto anno. L’apertura di quest’edizione è stata dedicata alla presentazione del Codice di autoregolamentazione degli investimenti dell’Adepp, l’associazione che riunisce gli enti di previdenza dei professionisti. Il comparto, che gestisce un patrimonio complessivo di 75 miliardi di euro, ha infatti deciso di dotarsi di un documento di indirizzo senza attendere l’emanazione di regole pubbliche sui limiti agli investimenti che, previste da una legge di diversi anni fa, ancora non hanno visto la luce. Piuttosto, come ha spiegato il presidente dell’Adepp e dell’Enpam Alberto Oliveti, occorre rifarsi alle migliori pratiche: «Il documento esprime la nostra esigenza di utilizzare mezzi privati e di muoverci con agilità nel mercato per trarre le migliori opportunità», ha detto, specificando che il Codice di autoregolamentazione è stato scritto in maniera flessibile, così da poter recepire anche eventuali future linee guida pubbliche. A fare da contraltare al presidente Adepp, l’onorevole Titti Di Salvo, vicepresidente della Commissione di controllo sugli enti previdenziali, che ha espresso il punto di vista del governo e il suo impegno personale a presentare un Testo unico che riunisca tutte le regole applicabili al settore. Gli enti di previdenza privati, va detto, intendono perseguire logiche di mercato ma anche riservare un occhio di riguardo per l’economia nazionale: «L’Italia è il Paese nel quale lavoriamo e sostenerla con nostri investimenti significa indirettamente sostenere il nostro lavoro, e di conseguenza anche la nostra previdenza», ha precisato Oliveti.
In questo momento anche l’estero guarda con molto interesse all’Italia e soprattutto ai grandi investitori istituzionali italiani, come i fondi pensione e le casse di previdenza, poiché le condizioni dei tassi e dei mercati finanziari stanno spingendo tali enti a un percorso molto simile a quello già intrapreso dai grandi fondi pensioni australiani, canadesi e americani, che hanno puntato su infrastrutture ed economia reale. La nuova legge di Stabilità in approvazione sembra cogliere l’opportunità di dare impulso alla ripresa favorendo le sinergie di gestori e investitori esteri e investitori istituzionali italiani mirate allo sviluppo; dopo la ristrutturazione dei crediti del sistema bancario il paese necessita di iniziative di intervento diretto sull’economia reale, siano questi rappresentati da opere infrastrutturale, reti sanitarie, sviluppo delle Pmi italiane.
Altro tema fondamentale è la sanità integrativa. Sui nuovi bisogni di welfare l’espressione chiave è fare sistema: solo in questo modo fondi sanitari e casse di previdenza possono assicurare un’assistenza efficace ai propri assistiti. Gli enti privati, come ha illustrato il presidente di Cassa forense Nunzio Luciano, stanno puntando su modelli di welfare integrato. Ma gli ostacoli per i liberi professionisti ci sono. Le analisi dell’Osservatorio di Valore sulla sanità integrativa evidenziano le distanze che esistono con il mondo dei dipendenti in termini di benefici fiscali. Le regole hanno frenato fino ad oggi la nascita e lo sviluppo di una sanità integrativa per i liberi professionisti, come invece è avvenuto nell’ambito del lavoro subordinato dove i fondi sanitari contrattuali hanno offerto una soluzione efficace alternativa alle assicurazioni: gli interventi a Saturnia dei principali fondi come Casagit con il presidente Daniele Cerrato, Sanarti con la vicepresidente Annamaria Trovò, QuAs con il direttore Franco Fraioli e infine Fasi con Marcello Garzia hanno illustrato i migliori modelli di assistenza sanitaria che negli ultimi 20 anni sono nati per impulso spontaneo e lungimirante delle parti sociali.
Oggi il settore intermedia circa 3 miliardi dei 30 di spesa sanitaria privata (out of pocket): tuttavia Valore ha calcolato che se tutti i contratti prevedessero l’istituzione di fondi sanitari o almeno di coperture assicurative similari per prestazioni erogate l’ammontare delle risorse disponibili sarebbe di oltre 40 miliardi, sufficienti a coprire non solo tutta la spesa out of pocket ma anche adeguate riserve patrimoniali per garantire la sostenibilità dei fondi sanitari. Questo creerebbe risorse finanziarie in avanzo comparabili a quelle dei fondi pensione e casse di previdenza.
Fonte: } else {