di Luciano Mondellini
Con una lenta ma apparentemente inesorabile progressione, il titolo Exor sta tornando nei pressi dei massimi degli ultimi cinque anni (attorno a 45 euro). L’azione della holding di casa Agnelli ha chiuso la settimana a 38,6 euro proseguendo il percorso in risalita iniziato negli ultimi mesi che ha portato il titolo a rivedere (anche se ancora un po’ da lontano) i livelli record dell’ultimo lustro che coincidono con l’agosto 2015 quando Exor annunciò nel giro di pochi giorni due operazioni di grande rilevanza internazionale: la prima fu l’accordo definitivo per l’acquisizione di PartnerRe (il colosso delle riassicurazione con base alle Bermuda, in un’operazione da 6,9 miliardi di dollari) e soltanto una decina di giorni dopo la scalata al settimanale inglese The Economist dove incrementò la propria quota dal 4,7 al 43,4%. La caduta delle borse mondiali di inizio 2016 aveva portato poi il titolo a toccare un minimo attorno a 23 euro nel febbraio di quest’anno e da lì è poi iniziata un risalita quasi costante che ha spinto il titolo sino ai livelli attuali. Una risalita aiutata dai buoni risultati che Exor ha registrato quest’anno: nei nove mesi la holding ha segnato un utile consolidato in aumento a 844,2 milioni (dai 611 milioni dell’analogo periodo dell’esercizio 2015), in virtù dei buoni risultati delle partecipate e dei loro maggiori dividendi.

La situazione da un punto di vista operativo ora è però ben diversa da quella dell’estate 2015. Se allora le acquisizioni stavano spingendo il titolo, ora non ci dovrebbero essere né grosse acquisizioni né grandi cessioni in vista, dato che la holding non solo sta ancora digerendo la grande acquisizione di PartnerRe (che gli ha dato la terza grande gamba strategica dopo Fca e Cnh Industrial ) ma anche perché la holding è nella fase conclusiva del processo che porterà la sede di Exor nei Paesi Bassi con la fusione di Exor Spa nella controllante olandese Exor Nv (l’operazione dovrebbe concludersi entro l’anno). Nonostante questo stallo operativo, però, il titolo ha continuato a performare bene in questi mesi, anche se la corsa potrebbe presto terminare.
In un report pubblicato in settimana Ubs ha spiegato che il titolo Exor ha un prezzo obiettivo di 38,5 euro. Più o meno quello di chiusura della settimana; non a caso la raccomandazione dell’istituto elvetico è neutral. Per la banca svizzera, in particolare, Exor attualmente è scambiata a sconto del 25% rispetto al net asset value, una percentuale in linea con la media storica. Inoltre Fca (che conta per 27% del nav della holding) è scambiata in borsa leggermente al di sopra del suo target price a 6,7 euro, mentre il broker ha un rating buy su Ferrari (18% del nav) che tratta del 10% al di sotto del target price a 60 euro. Se anche le due controllate dovessero raggiungere entrambi i target price questo si tradurrebbe soltanto in un incremento marginale del nav di Exor . Di qui il rating neutral sull’azione della holding. ««La nostra cautela su Fca si spiega con la recente e crescente pressione competitiva nel segmento dei suv e dei pick-up negli Stati Uniti, dove Fca genera oltre l’80% dell’ebit», spiega la nota di Ubs. «Mentre il rating buy su Ferrari riflette il buon aggiornamento dei modelli, una lista d’attesa fino a due anni per alcuni modelli e il potenziale aumento dei prezzi, oltre la media storica della Rossa», prosegue il report. Guardando al futuro, i broker di Ubs ritengono che l’elevato livello di diversificazione di Exor e la quota significativa del suo nav derivante dalle attività non quotate limiteranno una potenziale riduzione dello sconto sul nav. Inoltre, i 3,5 miliardi di euro di indebitamento netto di Exor , con un leverage del 23%, renderanno improbabili maggiori investimenti.

Intanto dopo i buoni risultati sul mercato italiano a novembre (+10%) il management di Fca è moderatamente positivo anche per le previsioni pere il 2017. «L’anno prossimo il mercato crescerà tra il 3 il 5%. Non di più», ha spiegato al Motor Show di Bologna il managing director dei marchi Fca per l’Italia, Gianluca Italia. Stime molto diverse da quelle diffuse dal Centro Studi Promotor che prevedono una crescita del mercato nel 2017 dell’11%. Italia ha poi reso noto che nel 2017 arriveranno nel primo trimestre la nuova Alfa Romeo Stelvio e la nuova Jeep Compass sul mercato italiano. (riproduzione riservata)
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