In vetta Stm a +71%. Maglia nera ai titoli bancari
di Giacomo Berbenni

Al termine dell’ultima seduta dell’anno, il bilancio 2016 si è chiuso per Piazza Affari con un calo dell’indice Ftse Mib del 10,19% rispetto al +11,96% registrato l’anno scorso.

Il piccolo progresso dell’ultima giornata (si veda box) non ha inciso su un ribasso complessivo che si presenta a due cifre.

L’All Share, a sua volta, è sceso di dieci punti percentuali. Milano si è quindi posizionata all’ultimo posto tra le principali borse europee: Francoforte ha guadagnato il 6,60%, Parigi il 7,50%, Londra il 14,40% e Madrid ha perso il 2%.

I dati diffusi da Borsa italiana dicono che la capitalizzazione di Piazza Affari è scesa a 524,9 miliardi di euro, pari al 31,8% del pil. Le quotazioni (ipo) sono state 14 rispetto alle 27 del 2015, per una raccolta in fase di collocamento superiore a 1,4 miliardi di euro. Le società revocate sono state 19. In generale sono state 20 le ammissioni. L’anno si chiude pertanto con 387 società quotate sui mercati di Borsa italiana (356 nel 2015), di cui 244 sul Mta e 77 su Aim.

Le ipo hanno riguardato tre società su Mta (Technogym, Coima Res ed Enav) e undici sul mercato delle pmi. Oltre alle 14 ipo, si sono aggiunte su Mta le ammissioni di Ferrari, Italgas ed Exor, oltre a Tecnoinvestimenti proveniente da Aim. Su quest’ultimo, invece, sono state ammesse Te Wind e Gpi. Inoltre sono state lanciate 16 opa, contro le sette dello scorso anno, per un controvalore di 2,5 miliardi di euro, a fronte dei 5,4 mld del 2015. Il totale della raccolta è stato pari a 6,1 miliardi da parte di società già quotate o di nuova ammissione. Quattordici le operazioni di aumento di capitale. che hanno fruttato oltre 4,6 miliardi di euro.

Nel corso dell’anno gli scambi azionari hanno raggiunto una media giornaliera di 2,5 miliardi di euro con 297 mila contratti (+6,1% su base annua). Sono stati scambiati oltre 74,9 milioni di contratti per un controvalore di oltre 619,5 miliardi di euro da quasi 802 mld nel 2015.

Il massimo giornaliero per contratti e controvalore è stato raggiunto il 24 giugno con 6,5 miliardi e 767.551 contratti. Intesa Sanpaolo è stata l’azione più scambiata per controvalore, con un totale di 78 miliardi, mentre Unicredit ha raggiunto il record in termini di contratti con 5,8 milioni.

La migliore performance, almeno nel listino principale, è stata quella di Stm che ha guadagnato il 70,99%. In classifica seguono Tenaris (+54,48%), Buzzi Unicem (+37,40%), Cnh (+29,65%) e Moncler (+27,43%).

La graduatoria dei peggiori vede ai primi cinque posti altrettante banche: Montepaschi (-87,76%), attualmente sospesa dalle negoziazioni, Banco popolare (-75,79%), Bpm (-60,82%), Ubi (-58,26%) e Unicredit (-46,99%). In sesta posizione figura Saipem a -43,47%.

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