di Anna Messia
Poste Italiane si prepara a presentare la sua offerta vincolante per Pioneer con conti in crescita, migliori delle previsioni degli analisti. Oggi è attesa la consegna delle offerte per rilevare la società di gestione messa sul mercato da Unicredit e il gruppo parteciperà con ogni probabilità in cordata insieme a Anima e Cdp, ma non ci saranno accordi con altri soggetti in gara (nei giorni scorsi si era palato di Aberdeen). Ieri, in occasione delle presentazione dei dati dei nove mesi, l’amministratore delegato e direttore generale Francesco Caio, non ha parlato esplicitamente della questione ma ha ribadito che Poste Italiane è interessata al comparto, ricordando che «avendo un potente network di distribuzione, potremmo guardare a opportunità di crescita del risparmio gestito». E Pioneer potrebbe consentire al gruppo di fare un salto dimensionale decisamente importante considerando che dall’unione di Anima Sgr (di cui Poste detiene il 10,3%), Pioneer e BancoPosta Fondi sgr nascerebbe un colosso del risparmio gestito da 290 miliardi, e il gruppo guidato da Caio ne diventerebbe azionista di maggioranza.

Il prestito ponte da 2 miliardi necessario a finanziare l’operazione è pronto e ora non resta che mettere a confronto le offerte dei competitor rimasti in gara, tra cui c’è sicuramente Amundi (l’unica uscita allo scoperto) ma probabilmente anche Aberdeen e Macquarie. Tornando al bilancio, i primi nove mesi dell’anno si sono chiusi con un utile netto in rialzo del 29,7% a 807 milioni (il consensus era di 765 milioni), un fatturato salito del 7,6%, a 25,7 miliardi di euro (25,6 le previsioni) e un utile operativo aumentato del 28,6% a 1,196 miliardi (1,1 miliardi le attese). «Ad un anno dalla quotazione Poste Italiane chiude i primi nove mesi 2016 con risultati in netta crescita di fatturato e margini, accelerando nel processo di sviluppo e innovazione definito nel piano industriale», ha commentato Caio.

Ad andare bene è stato il Bancoposta, con un roe in crescita, ma anche il settore assicurativo (che comincia a crescere anche nel ramo Danni) e quello gestito. Mentre per la parte postale prosegue il riassetto e lo sviluppo dei pacchi. Guardando al futuro da tenere d’occhio, oltre al dossier Pioneer, c’è l’evoluzione delle sinergie con Sia, di cui Poste ha recentemente rilevato il 15% pagando 278 milioni. L’intenzione di Caio è di applicare quanto fatto nel risparmio gestito con Anima che ha iniziato a sviluppare prodotti dedicati alla rete di Poste. Ma c’è di più. Le sinergie con Sia prevedono lo sviluppo della piattaforma digitale dei pagamenti, ma la società, che ha anche attività all’estero potrebbe essere l’occasione per dare avvio al processo di internazionalizzazione di Poste, ha dichiarato Caio. In ballo c’è poi anche la valorizzazione dell’enorme patrimonio immobiliari da 1,7 miliardi, secondo in Italia solo a quello Pubblica Amministrazione. L’ipotesi di uno spin off, tramite la creazione di un fondo, anticipata da MF-MilanoFinanza, è stata ieri confermata dal gruppo. «Abbiamo un progetto per valorizzare e ottimizzare gli asset di cui dispone il gruppo e dare valore agli azionisti destinato ad entrare nel vivo a inizio 2017», ha detto il cfo Luigi Ferraris a cui risponde Claudio Plazzotta, manager che nei giorni scorsi è stato chiamato alla guida del progetto di valorizzazione del mattone di Poste. (riproduzione riservata)
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