di Anna Messia

Il conferimento di Banco Posta Fondi in Anima Sgr si farà l’anno prossimo. E sarà realizzato a prescindere dall’esito della gara su Pioneer, la Sgr messa sul mercato da Unicredit e per la quale le due società, insieme a Cassa Depositi e Prestiti, hanno presentato un’offerta venerdì 11. Quel che è certo è che le Poste Italiane hanno avviato a tutta potenza il progetto di espansione nel settore del risparmio gestito annunciato dall’amministratore delegato, Francesco Caio e prevista nel piano industriale. Anche senza Pioneer dall’unione di Banco Posta Fondi e di Anima Sgr nascerà una società di gestione da 147 miliardi (76 Poste e 71 Anima ), terza nel mercato dopo Generali (474 miliardi) e Intesa (366 miliardi), proprio davanti a Pioneer (145 miliardi). Sgr di cui Poste avrà la quota di maggioranza. Il conferimento di BancoPosta Fondi , che avverrà tramite un aumento di capitale dedicato che sarà votato in assemblea il prossimo aprile, consentirà infatti al gruppo postale di salire dall’attuale 10,23% del capitale a poco meno del 25%, superando quindi la Banca Popolare di Milano che oggi detiene il 14,66% della società di gestione, con gli altri soci (tra cui Wellington al 5% e Aviva Investors al 4,87%) che vorranno però evitare la diluizione.
Ma come noto i progetti di espansione di Caio nel settore dei fondi e delle gestioni sono decisamente più ambiziosi e puntano a fare di Poste un concorrente in grado di competere ad armi pari con i primi due del mercato. Dall’eventuale fusione della nuova Anima con Pioneer nascerebbe un colosso da 292 miliardi di asset in gestione, di cui Poste Italiane continuerebbe a mantenere la quota di maggioranza. L’offerta per Pioneer annunciata dai tre partner, ovvero Poste, Anima e Cassa Depositi e Prestiti (che detiene il 35% di Poste) passa infatti per la creazione di un nuovo veicolo societario, creato appositamente, del quale Poste italiane detiene la maggioranza del capitale. Il gruppo postale dovrebbe detenere infatti una quota paria circa l 64%, mentre Anima ha il 20% e Cassa Depositi e Prestiti il restante 16%. «Con la creazione di un operatore leader in Italia nell’industria dell’asset managemetn si conferma la valenza strategica del risparmio come canale di immissione di risorse private nel sistema produttivo del Paese come sostegno all’economia», ha detto l’amministratore delegato di Cdp, Fabio Gallia. La conquista di Pioneer non è scontata visto che Poste si trova a dover competere con altri pretendenti, come Amundi, Macquarie, Ameriprise e Aberdeen. Si vedrà, ma il dado è tratto.
La prima mossa per crescere nei fondi Poste l’aveva fatta ad aprile 2015, quando ha comprato il 10,3% di Anima per 215 milioni. A distanza di qualche mese, a luglio dello scorso anno, era poi arrivata la firma di un accordo di collaborazione industriale che puntava a fare di Anima il supporto a BancoPosta Fondi Sgr per lo sviluppo di prodotti di risparmio gestito quanto più possibile adatti alla clientela di Poste. Così a settembre 2015 c’è stato il lancio del primo prodotto co-sviluppato da Anima e da Poste Italiane , Bancoposta Evoluzione 3D. Poi a gennaio di quest’anno è stata affidata a Anima la gestione del prodotto mix e a maggio anche della unit soluzione flessibile tanti che in pochi mesi la società guidata da Marco Carreri è arrivata a gestire oltre 3 miliardi di asset per conto di Poste. Ora il rapporto si farà ancora più stretto. (riproduzione riservata)

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