di Marko Mrsnik*
I governi di tutto il mondo devono fare i conti con il difficile equilibrio tra il contenimento della spesa pubblica e l’offerta di servizi adeguati alla sempre più ampia fetta di popolazione anziana. Negli ultimi anni, molti governi si sono mossi verso sistemi di welfare più sostenibili. Tuttavia, a fronte di uno scenario di fragilità dell’economia globale, l’aumento atteso della futura pressione fiscale rende necessario l’impiego di ulteriori misure. Le grandi sfide da affrontare saranno il contenimento della spesa pubblica e le garanzie di una copertura adeguata per i costi crescenti legati all’invecchiamento della popolazione.

Secondo gli studi demografici, la proporzione di dipendenza degli anziani (il numero di over 65 rispetto alla popolazione di 15-64 anni) raddoppierà entro il 2050 nella maggior parte dei Paesi. Ciò comporterà un aumento medio del 9% della spesa pensionistica rispetto al pil, ma con ampie variazioni a seconda del profilo demografico di ciascun Paese. Per esempio, mentre grazie alle precedenti riforme del sistema delle pensioni in Italia ci si aspetta che entro il 2050 la spesa pensionistica diminuisca rispetto al pil dal 15,6% del 2015 al 14,8%, le altre spese pubbliche legate all’età (assistenza sanitaria a lungo temine e sussidi per la disoccupazione) sono destinate ad aumentare complessivamente dall’8,8% a quasi il 10% del pil nello stesso periodo di tempo. Tuttavia, le preoccupazioni si sono progressivamente spostate verso l’adeguatezza delle pensioni, poiché la riduzione delle prestazioni pensionistiche (introdotta per limitare la spesa pubblica) potrebbe tradursi in povertà per le popolazioni anziane.

In Italia, ad esempio, ciò è evidente nella manovra di bilancio 2017, che include aumenti di prestazioni previdenziali per i pensionati a basso reddito. Siccome il focus dei sistemi pensionistici a lungo termine si sta spostando dalla sostenibilità verso l’adeguatezza, prevediamo che la spesa sanitaria legata all’età supererà i costi relativi alla pensione. Entro il 2050, l’assistenza sanitaria diventerà la spesa legata all’età in più rapida crescita, con un incremento, da qui al 2050, di 2,3 punti percentuali del pil a livello globale. I costi di nuove tecnologie mediche e nuove forme di erogazione di servizi sanitari incideranno in gran parte su questo aumento di spesa, più di quanto il cambiamento demografico potrebbe suggerire.

Fino a oggi i politici si sono concentrati sui costi pensionistici e su altre spese legate all’età; tuttavia riteniamo che dovrebbero cominciare a dare maggiore priorità al miglioramento dei sistemi sanitari e al contenimento della relativa spesa. Le riforme delle pensioni, che si sono susseguite in Italia a partire dal 2004, hanno migliorato significativamente la sostenibilità del sistema pensionistico italiano. In una simulazione delle implicazioni fiscali derivanti dall’invecchiamento della popolazione, S&P Global Ratings ha rilevato che, in uno scenario privo di ulteriori misure a favore della popolazione anziana, entro il 2050 il rapporto indebitamento netto complessivo/pil potrebbe triplicare, passando dall’attuale 43% a più del 130% del pil.

Considerando i deficit di bilancio attesi e le future dinamiche di crescita economica, riteniamo che in uno scenario senza cambiamenti nelle politiche, entro il 2050 oltre il 25% dei 58 Paesi sovrani analizzati potrebbero presentare indicatori di affidabilità creditizia che noi attualmente associamo a rating sovrani speculativi (BB+ o inferiori), contro una quota inferiore al 10% del campione nel 2020. Nonostante non possiamo prevedere che tale scenario si realizzerà concretamente, le simulazioni riguardanti l’impatto della spesa legata all’età sui rating sovrani illustrano significative sfide legate all’invecchiamento della popolazione.

Per affrontare le esigenze dei cittadini più anziani, riteniamo che i governi saranno chiamati a bilanciare tre strategie principali: favorire la crescita economica attraverso l’aumento dell’occupazione, consolidare il bilancio e riorganizzare il welfare. La misura in cui i governi metteranno in pratica tali strategie muterà considerevolmente a seconda delle condizioni economiche specifiche di ciascun Paese.

In conclusione, l’invecchiamento della popolazione globale e l’aumento dei costi dell’assistenza sanitaria e sociale comporteranno crescenti pressioni sulle spese dei governi dei Paesi sia emergenti che avanzati. Riteniamo che gli esecutivi saranno in grado di gestire i futuri squilibri in due modi, oltre all’impiego di riforme strutturali, volte ad aumentare l’occupazione dei lavoratori più anziani, e a rilanciare la crescita economica. Ciò avverrà, innanzitutto, attraverso il consolidamento duraturo delle posizioni di bilancio; in secondo luogo, attraverso i cambiamenti nella sicurezza sociale e nei sistemi pubblici di assistenza sanitaria. (riproduzione riservata)
* senior director, S&P
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