di Luca Sironi
«Interessi convergenti, quindi un buon business per entrambi». Così Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum , sintetizza il passaggio in toto di Banca Esperia sotto le insegne di Mediobanca . Una tappa significativa se non altro perchè pone fine a una fase di stallo durata alcuni anni, che vedeva l’istituto guidato dalla famiglia Doris (prima il fondatore Ennio, ora il figlio Massimo, che ne ha assunto la responsabilità) nei panni di chi voleva uscire dalla partnership e il socio Mediobanca in quelli del socio restìo a rilevare l’altra metà.

Il nodo da sciogliere era principalmente quello del prezzo, ora risolto alla luce della nuova strategia dell’istituto guidato da Alberto Nagel, che ha individuato una futura area di sviluppo nel business del private banking. Significativi, al riguardo, i commenti espressi da alcuni analisti, più propensi a pensare che l’affare lo abbia fatto Mediolanum . Una volta specificato che l’utile netto di Esperia nei primi nove mesi 2016 è stato di 2,9 milioni, con una rendita degli asset limitata allo 0,03%, secondo Icpbi la cessione del 50% dell’istituto per 141 milioni implica un multiplo di 40 volte il prezzo/utile e un rapporto capitalizzazione di mercato/asset dell’1,6%, valutazione «generosa considerando la bassa redditività dell’istituto, anche se il tutto deve essere visto nell’ottica più ampia dell’intero piano di ristrutturazione». Sulla stessa linea Banca Akros: «Considerando la bassa redditività, crediamo che Banca Mediolanum abbia chiuso un buon accordo, perché con i ricavi della cessione ora può guardarsi intorno per eventuali acquisizioni o incrementare la propria politica di dividendo, data la sua solida posizione patrimoniale».

Ieri lo stesso Massimo Doris ha riferito a Reuters che il gruppo registrerà una plusvalenza netta di 41,5 milioni (43 milioni lordi) dalla vendita, che tra l’altro prevede alcune clausole comuni in operazioni di questo genere, come l’impegno a non effettuare reclutamenti dalla private bank per alcuni anni. Mediobanca resterà partner di Mediolanum (che tra l’altro figura nel suo patto di sindacato) anche per alcune attività come i prestiti al consumo, in cui Piazzetta Cuccia opera attraverso Compass. Inoltre la controllata Duemme sgr manterrà la gestione in delega di alcuni fondi Mediolanum . «Per noi Esperia non era più strategica come lo era nel 2000, quando l’abbiamo fondata insieme a Mediobanca », ha ribadito Ennio Doris a MF-Milano Finanza. «Il fatto è che allora a noi mancava un brand nel segmento del private banking di più alto livello, segmento che in questi anni però abbiamo provveduto a coprire attraverso la crescita di Banca Mediolanum . Con la cessione noi liberiamo capitale, non solo per efetto della plusvalenza: per esempio dei 7,5 miliardi di finanziamenti erogati a privati dal gruppo, che sottraggono capitale, 600 milioni erano imputabili a Esperia».

Domanda. Quali sono gli effetti pratici più immediati che riuscirete a raggiungere uscendo da Esperia?
Risposta. Il nostro livello di Cet1 in questo momento è del 20,4%, che ci pone al quarto posto in Europa a livello di solidità bancaria. Un numero che ha la sua importanza in una fase in cui i clienti sono molto attenti a questo aspetto nel scegliere a chi affidare il proprio denaro. La cessione di Esperia e la conseguente liberazione di capitale ci permetteranno di mantenere il nostro parametro sopra la soglia del 20% pur in presenza di un eventuale aumento del dividendo nel 2017 rispetto ai 220 milioni distribuiti quest’anno (30 centesimi per azione, ndr).

D. Un buon affare, a giudicare dai multipli…
R. In realtà bisogna valutare l’operazione in prospettiva. Chi acquista può applicare economie di scala che aumentano la redditività. Noi stessi avremmo potuto rilevare il 100% di Esperia, realizzare queste economie, quotarla in borsa realizzando anche partnership con gruppi stranieri, che non mancano, interessati a entrare sul mercato italiano. Ma con Mediobanca abbiamo un rapporto consolidato, anche ad altri livelli (Mediolanum è azionista di Mediobanca con il 3,4% del capitale, ndr), che abbiamo voluto preservare.

D. Per usare una metafora ciclistica, sport a lei caro, come si presenta Banca Mediolanum al terminedi questa tappa?
R. Da qui in avanti correremo con una bicicletta più leggera e concentrati sul nostro core business. E sarà sempre più evidente la caratteristica di grande solidità di questo istituto.
In una seduta sfavorevole al comparto bancario, ieri il titolo ha ceduto l’1,1% a 6,1 euro. In un report sul risparmio gestito italiano Goldman Sachs ha alzato le stime di eps 2016 del 13% e del 2% per il 2017-2018, elevando il prezzo obiettivo di Banca Mediolanum da 7 a 7,7 euro. (riproduzione riservata)
Fonte: logo_mf