di Gabriele Ventura

Professionisti senza attività scoperte. È questa la principale raccomandazione degli ordini professionali agli iscritti per evitare di dover pagare sanzioni di tasca propria pur avendo una assicurazione sull’attività professionale. È il caso, per esempio, del Consiglio nazionale degli ingegneri, che ha diramato una circolare il 10 ottobre scorso per invitare gli iscritti ad allargare la copertura assicurativa alla responsabilità solidale con altri soggetti (si veda ItaliaOggi del 13 ottobre scorso). Le compagnie di assicurazione spesso coprono infatti solo la quota di danno direttamente imputabile all’assicurato, mentre la parte di responsabilità che può derivare dal vincolo di solidarietà con committenti, progettisti, impresa, fornitori è lasciata scoperta. Con la conseguenza che il professionista può essere gravemente penalizzato dalle norme che regolano la responsabilità solidale tra impresa, professionista e altri soggetti coinvolti. Allo stesso modo, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha studiato una nuova convenzione per gli iscritti a garanzia dell’attività professionale a livello generale. Con l’obiettivo di evitare che il commercialista maturi magari una nuova attività non compresa nella sua assicurazione e si «dimentichi» di aggiornare la copertura. Il Cndcec ha aperto il bando broker ormai diverso tempo fa e la commissione sta esaminando le domande. Il bando polizza, però, non è stato ancora pubblicato per via dell’adeguamento alla riforma del codice degli appalti. «Abbiamo costruito la polizza in funzione dell’obbligatorietà e della possibilità degli ordini di verificare con maggiore facilità la copertura degli iscritti», spiega il consigliere delegato, Antonio Repaci, «abbiamo immaginato una assicurazione diversa adattandola alla vita professionale del commercialista, tenendo conto del fatto che la maggior parte dei professionisti alcuni incarichi non li hanno. Mi auguro che il nuovo Consiglio nazionale continui il lavoro che abbiamo svolto fino a oggi», conclude Repaci.

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