Sace ha allo studio 500 milioni di euro di nuovi progetti in Kazakhstan e punta a consolidare il posizionamento del made in Italy nel paese centro-asiatico in una gamma diversificata di comparti industriali. Sebbene sia molto complesso sotto il profilo operativo, il Kazakhstan offre alle aziende italiane, oltre all’oil&gas, opportunità anche nelle infrastrutture, tecnologie meccaniche, agroalimentare, tessile e abbigliamento. Su questi settori si stanno svolgendo da ieri mattina ad Astana, capitale del Kazakhstan, incontri tra le imprese dei due paesi, nell’ambito della missione imprenditoriale, cui Sace partecipa, promossa da Confindustria e Ice in collaborazione con i ministeri dello sviluppo economico e degli esteri, e guidata dal viceministro Carlo Calenda. Da oggi, gli incontri di business continueranno ad Almaty, la vecchia capitale.

Con un flusso di export pari a oltre 700 milioni di euro (2013), l’Italia è il secondo maggiore esportatore europeo in Kazakhstan dopo la Germania e il sesto a livello globale. Una performance trainata dalla meccanica strumentale, che da sola rappresenta il 43,3% dell’export italiano nel paese, e dalla moda (22,1%).

Il portafoglio di operazioni di export e investimenti italiani assicurati da Sace in Kazakhstan è di 67 mln e si concentra nei settori dell’industria metallurgica e delle infrastrutture e costruzioni.

Nonostante il contesto operativo resti un fattore di incertezza, Sace rileva opportunità interessanti in linea con la strategia economica intrapresa dal governo kazako, volta a stimolare la crescita e lo sviluppo del tessuto industriale locale, puntando su settori a maggior valore aggiunto come le infrastrutture e le tecnologie meccaniche, ma anche l’agroalimentare e il tessile e abbigliamento.

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