di Franco Canevesio  

 

I motociclisti ormai non ce la fanno più. Perché l’assicurazione della moto è diventata un peso insopportabile. Al punto che l’Ancma, l’Associazione ciclo motociclo e accessori, è apertamente scesa in campo contro le assicurazioni. È stato Francesco Caliari, direttore generale dell’Ancma, a sparare la bordata più grossa.

Il mese scorso ha accusato senza peli sulla lingua le compagnie assicurative di essere fra le cause del calo del mercato motociclistico. «Oggi per una famiglia far accedere un figlio alle due ruote costa in media 3-4 mila euro e i prezzi delle polizze di copertura sono uno dei problemi del settore», ha dichiarato il direttore dell’Ancma. Che però non è rimasta con le mani in mano. Recentemente l’Ancma ha annunciato un progetto allo studio, in collaborazione con la Federazione motociclistica italiana, per creare una compagnia assicurativa dedicata solo ai motociclisti.

Il riferimento del manager era chiaramente rivolto al costo giudicato eccessivamente elevato delle polizze Rc moto, soprattutto nelle regioni dell’Italia centromeridionale. Ma è un po’ in tutto il territorio nazionale che il costo dell’assicurazione desta perplessità. Secondo le ultime statistiche il prezzo della polizza moto per un cinquantino incide sui costi, in media, per il 36% a Roma e per il 61% a Napoli, mentre per assicurare una moto di 125cc, si passa dal 25% del suo valore a Milano, considerata comunque una delle città più economiche sotto questo aspetto, fino al 60% a Napoli. Come denunciato dall’Adusbef e la Federconsumatori, nel volgere di 18 anni l’aumento medio dell’Rc moto è stato del 480% (nello stesso periodo l’Rc auto è aumentata dal 245%). Se si prende a campione un semplice 125, si scopre che la polizza nel 1994 costava fra 98 e 121 euro, nel 2008 fra 490 e 530 euro per arrivare ai 670 euro di media dello scorso anno. Lo stesso rapporto evidenzia come in Paesi Ue come Francia, Germania e Spagna, gli aumenti siano stati inferiori al 90%, un quinto di quelli italiani. Ma non basta. Secondo una recente indagine dell’Antitrust, nei tre anni che vanno dal 2007 al 2010 in Italia si sono registrati rincari assicurativi fino al 14% per un neopatentato di 18 anni che intende acquistare un’assicurazione Rc moto per il proprio ciclomotore. Va ancora peggio, decisamente, nel caso in cui a voler contrarre assicurazione è un quarantenne, che vede rincarare la polizza del 30%. Una conferma, che lascia l’amaro in bocca agli appassionati delle due ruote, arriva da un’indagine trimestrale del luglio scorso effettuata dall’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, che rivela un rialzo medio del 3,5% negli ultimi 12 mesi della Rc moto, se guida un uomo negli ultimi 12 mesi del listino del’Rc moto (per un quarantenne proprietario di un ciclomotore di cilindrata superiore a 200 cc), e dell’1,1% per le donne. Nel frattempo i prezzi dell’Rc auto sono diminuiti in media del 4,2%, sempre negli ultimi dodici mesi, per le auto guidate da uomini, e del 3,5% se sono donne a esserne proprietarie. Perché da noi in Italia succede anche questo: che le donne pagano sempre di più rispetto agli uomini. Secondo l’Ivass, e la cosa rasenta la comicità, la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue sulla parità di trattamento fra uomini e donne nel nostro Paese ha portato in realtà al rincaro delle polizze stipulate con le motocicliste. Un esempio? Un diciottenne che voglia assicurare oggi il suo ciclomotore deve far fronte a un aumento medio del 5,3%: la stessa polizza, stipulata da una donna, arriva a registrare un rincaro dell’11,8%. Per i motocicli superiori ai 200 cc, i prezzi nazionali medi di listino hanno subito nei mesi scorsi incrementi del 10,2% per gli uomini e dell’8,2% per le donne quarantenni che però ricadano nella classe bonus malus di C.U. 4.

Da qui lo sfogo del dg di Ancma nel corso della conferenza stampa di presentazione di Eicma 2013, confermato a MF-Milano Finanza. «Stiamo valutando, in collaborazione con la Federazione motociclistica, la creazione di un’assicurazione dedicata solo ai motocicli. Al momento il progetto è in fase embrionale e sono in atto alcuni studi di fattibilità». Il modello sarebbe quello della francese Mutuèlle des Motards: nata all’inizio degli anni ’80, ha visto riuniti più di 40 mila motociclisti d’Oltralpe i quali, pagando ognuno 280 franchi (sarebbero oggi 42 euro), hanno messo insieme il capitale necessario (10 milioni di franchi) per dare vita a una vera impresa assicurativa autorizzata dagli enti di vigilanza. L’anno successivo i soci assicurati erano già 200 mila e oggi, dopo che sono trascorsi più di 30, la Mutuèlle opera regolarmente sul mercato europeo ed è un’assicurazione a tutti gli effetti. Alla fine del 2012, i premi sono stati di poco superiori a 91,2 milioni di euro, il 7% in più che nel 2011. (riproduzione riservata)