DALLA CONSULTA NAZIONALE CAF, I NUOVI DATI ELABORATI SULLA BASE DEI MODELLI 730/2021
di Maria Sole Betti
Cala il reddito delle famiglie italiane: insieme alle spese crollano anche le richieste di rimborso. Una diminuzione che interessa sport, scuola e salute, con visite mediche e interventi non urgenti rimandati, toccando complessivamente i quasi 2.700 euro in meno per ogni unità familiare. Questi alcuni dei dati estrapolati dalle dichiarazioni dei redditi 2021 e resi noti dalla Consulta Nazionale dei Caf nella giornata di ieri.

Stando a quanto registrato negli oltre 18 milioni di modelli 730 relativi a lavorati dipendenti e pensionati, il calo attestato dopo diversi anni di stabilità è stato dell’11,2%. Il risultato è dovuto principalmente al ricorso nell’ultimo periodo alla Cassa Integrazione per milioni di lavoratori e, come ricordato da Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta dei Caf, all’ «anno della pandemia».

Cause prevedibili, che hanno portato i redditi ad una diminuzione mensile di circa 225 euro, con un calo complessivo di 2697 euro per ogni famiglia . I settori più colpiti da questa tendenza sono stati scuola e attività sportive, ma anche quello della sanità e delle spese mediche. Infatti, malgrado l’emergenza epidemiologica, il divieto introdotto all’inizio del 2020 di detrazione per le spese mediche al 19% e non pagate con metodi tracciabili ha di molto influito sulle spese sostenute dalle famiglie italiane. Come sottolineato dallo stesso Angileri, «questo ha penalizzato molti contribuenti, soprattutto le fasce più deboli». In questo campo, rispetto al 2019, il calo delle spese detraibili nel 2020 è stato di 78 euro. Risultato da un lato influenzato dai rinvii numericamente maggiori delle visite mediche e degli interventi non urgenti, dall’altro dal calo del 3% dei beneficiari delle detrazioni e delle richieste di rimborso, che, stando ai dati, avrebbe fatto risparmiare alle casse dello Stato ben 164 milioni di euro. Diminuite di 80 euro anche le spese scolastiche a causa della chiusura delle scuole durante il lockdown e di 25 euro in media le spese per le attività sportive. In controtendenza, invece, il forte aumento durante il 2020 del numero dei contribuenti che hanno scelto di farsi accreditare il rimborso fiscale non dal datore di lavoro ma dall’Agenzia delle Entrate.
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