di Anna Messia
Prove di distensione tra Popolare di Vicenza e Cattolica assicurazioni . Ieri Anna Tosolini, che sedeva nel cda della compagnia veronese in rappresentanza di Bpvi, ha lasciato il cda. Un passo più importante di quanto apparirebbe a prima vista, perché è il primo passo di una ripresa del dialogo tra due istituzioni finanziarie ultimamente ai ferri corti, e a un passo dalle carte bollate. Nei giorni scorsi i presidenti delle due società, Paolo Bedoni di Cattolica e Gianni Mion per Vicenza, avrebbero riaperto il confronto per trovare una soluzione comune, e l’uscita di Tosolini è di fatto il primo passo distensivo. La presa d’atto che i rappresentanti di Vicenza devono lasciare gli incarichi finora ricoperti nella compagnia e sciogliere le relazioni con Cattolica. L’uscita nelle ultime settimane sembrava tutt’altro che scontata. La decisione di Cattolica, lo scorso agosto, di esercitare il diritto di recesso dalla joint venture bancassicurativa creata quasi 10 anni fa, ha generato più di qualche tensione nella banca oggi del fondo Atlante. Perché mentre per Cattolica si è trattato di una diretta conseguenza della trasformazione di Vicenza in spa, per la banca il conto è stato salato. Solo nell’ultimo semestre la ex popolare aveva dovuto svalutare la quota del 15% per 229 milioni, cui ne vanno aggiunti altri 170 per il probabile esercizio, fra tre mesi, della put da parte di Cattolica. Situazione difficile per la banca, che nelle scorse settimane aveva valutato di affidare le carte del divorzio agli avvocati. La mossa di ieri parrebbe invece andare verso la ripresa del dialogo, che potrebbe portare Cattolica e Vicenza, magari, a stringere una nuova alleanza nelle polizze, su basi diverse dal passato. L’ipotesi però oggi pare ancora lontana. Anche perché l’incrocio di poltrone non è stato sciolto: dopo Tosolini anche il vicepresidente di Cattolica, Manfredo Turchetti, anche lui designato da Vicenza, dovrà infatti lasciare l’incarico. (riproduzione riservata)
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