Le compagnie di assicurazione dovranno rinunciare ad utilizzare i test genetici per la stipula delle polizze, per la determinazione del premio assicurativo e dell’indennizzo.

È quanto viene chiesto dal Consiglio d’Europa in un testo legale approvato ieri sotto forma di raccomandazione da parte del comitato dei ministri per garantire la protezione dei diritti degli assicurati, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dei dati sulla loro salute.

La raccomandazione del comitato dei ministri indica la strada migliore per proteggere i diritti delle persone in un mercato assicurativo globale”, ha rilevato Thorbjorn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa, commentando il testo approvato. “I governi hanno l’obbligo di garantire che nessuno sia discriminato sulla base di questi dati, in particolare sulla base delle proprie caratteristiche genetiche”.

I test genetici predittivi dovranno servire solo a fini medici o di ricerca medica, secondo quanto stabilisce l’articolo 12 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina del Consiglio d’Europa, detta convenzione di Oviedo.
Sulla base di questo testo entrato in vigore nel 1999 – ma che solo 26 Stati del Consiglio d’Europa sui 47 hanno ratificato, e altri 6, tra cui l’Italia, solo firmato – il comitato dei ministri ha deciso di approvare la raccomandazione che oltre a proibire l’uso dei test genetici in ambito assicurativo, impone anche alle compagnie d’assicurazione di giustificare l’utilizzo e il trattamento di dati inerenti la salute dei propri clienti e di ottenere il loro consenso per farlo.

La raccomandazione vieta inoltre alle compagnie di assicurazione di utilizzare i dati sulla salute dei familiari degli assicurati, cosi come i dati personali dell’assicurato di dominio pubblico, per esempio pubblicati su internet, o quelli raccolti durante ricerche cliniche. Nel testo sono imposte agli assicuratori anche regole per l’archiviazione dei dati sulla salute, che devono essere adeguatamente protetti. La raccomandazione, riconoscendo l’importanza sociale della copertura assicurativa per certi rischi legati alla salute, all’integrità fisica, all’età e alla morte, impone agli Stati di facilitare l’accesso a buon mercato alle polizze assicurative.

Il testo approvato dal comitato dei ministri, pur non essendo vincolante per gli Stati, potrebbe comunque aprire la strada alla presentazione di ricorsi da parte di singoli cittadini o associazioni, alla Corte europea dei diritti umani contro il comportamento delle autorità dei singoli Stati membri.

Il testo della raccomandazione si può leggere qui.