L’uscita del Regno Unito dall’UE era stata dipinta come un qualcosa di apocalittico per l’industria assicurativa. Tuttavia, passati poco più di tre mesi dal sorprendente voto di giugno che ha portato alla temuta Brexit, almeno dai manager della City, non molto sembra essere cambiato nel mondo delle polizze.

Secondo un report del Financial Times il mercato assicurativo è oggi in una fase di attesa, dove si sta prendendo coscienza della complessità della situazione post Brexit.

In effetti, “complessità” è stato finora uno dei termini più abusati, tanto è vero che finora l’atteggiamento predominante degli assicuratori è stato quello dell’attesa.

Una delle principali criticità del settore è la questione del passaporto unico, ovvero la possibilità per le società di servizi finanziari con sede in un Paese Ue di operare in un altro Stato senza la creazione di un nuova entità giuridica.

Mentre gli assicuratori vita hanno il vantaggio di operare in un mercato fatto di prodotti e norme locali, per le altre assicurazioni generaliste la situazione è molto più complessa.

Nonostante l’atteggiamento di generale prudenza, alcuni assicuratori hanno già pensato a soluzioni pratiche e veloci. Per esempio, Beazeley ha mantenuto la controllata di Dublino anche dopo aver trasferito la propria sede a Londra ad aprile e sulla scia di questo esempio, molte compagnie europee potrebbero semplicemente utilizzare maggiormente le proprie filiali di Londra.

Se Zurich utilizza la propria compagnia britannica per le operazioni vita, AIG e Tokio Marine hanno la propria sede europea a Londra e sfruttano il passaporto per operare nei paesi UE, così come fanno del resto molti assicuratori londinesi.

Dave Matcham, chief executive officer dell’International Underwriters Association, ha sottolineato, nel corso di un intervento pubblico, che le aziende o scelgono di giocare d’attesa in vista di un accordo commerciale oppure decidono di aprire una sede in un altro paese UE, con Dublino che rappresenta una delle opzioni più facilmente percorribili, per via dell’esistenza di un polo finanziario già ben sviluppato e dell’assenza dei problemi di lingua che presentano invece gli altri centri europei.

La variabile tempo è fondamentale. Gli assicuratori possono attendere le decisioni politiche del governo britannico prima di fare le loro scelte?

La Commissione europea ha ripetuto ieri di aspettare la notifica della decisione di lasciare la Ue da parte del Regno Unito e si dice pronta per un negoziato costruttivo, ribadendo che fino a quando non ci sarà la notifica non ci saranno discussioni con Londra sulla base del principio “nessun negoziato senza notifica”. Considerato che la premier britannica May ha indicato che il ricorso

All’articolo 50 del trattato Ue a marzo prossimo e stimando in 12-18 mesi il tempo necessario a mettere in piedi una filiale operativa, la risposta apparirebbe scontata: le decisioni vanno prese senza attendere i tempi lunghi della politica.