Il nuovo crollo dei mercati che ha preso l’avvio in estate ha fatto deflagrare una situazione già particolarmente difficile. È quanto Ernesto De Martinis, vicedirettore generale e direttore commerciale di Coface Assicurazioni, ha dichiarato a ItaliaOggi Sette. Valutazioni fatte alla luce dell’ultimo rapporto che la multinazionale ha dedicato all’Italia, in cui si prospetta un ultimo scorcio di anno ancora in difficoltà. Gli investimenti delle imprese, spiega il report proseguiranno moderatamente grazie allo sviluppo delle esportazioni e all’effetto obsolescenza, ma rimarranno limitati dalla scarsa utilizzazione delle capacità produttive (al 71% nel 2010 contro una media storica del 76% e da una situazione finanziaria delle imprese non ancora su livelli di normalità. L’investimento privato dovrebbe riprendere nel settore edilizio, mentre quello pubblico potrebbe ristagnare a causa della stretta. Nonostante sia in miglioramento, la situazione finanziaria delle aziende è vista ancora fragile, un dato che non sorprende considerato che la produzione industriale ha recuperato appena un terzo dell’arretramento subito con la crisi.

 

Domanda. Qual è lo scenario attuale?

Risposta. Oggi finanziarsi costa di più alla luce delle turbolenze dei mercati. I tassi bancari sono aumentati, riflettendo il rialzo di quelli del mercato monetario. Dalla fine di marzo, il costo medio dei prestiti a breve termine alle imprese (inclusi quelli in conto corrente) è salito di due decimi di punto percentuale, al 3,9% di maggio; quello medio sui nuovi finanziamenti è salito di tre decimi per le piccole imprese mentre è rimasto invariato per le grandi.

D. Ciò spiega la chiusura delle banche?

R. Indubbiamente questa situazione spinge gli istituti di credito a prestare maggiore attenzione alle modalità di finanziamento sul mercato monetario, alle attese riguardo all’attività economica in generale e alle prospettive relative a particolari settori o imprese, aumentando il margine sui prestiti considerati più rischiosi.

D. Quali sono le alternative del canale assicurativo?

R. Partirei con una premessa: i crediti commerciali rappresentano una componente molto delicata nel bilancio di un’azienda mediamente il 30% dell’attivo di bilancio. Consideriamo che le dilazioni di pagamento sono sempre più ampie, in Italia sicuramente molto più elevate di quelli di altri paesi. Così, il ritardo nell’adempimento di un credito o il mancato pagamento può pesare significativamente sull’equilibrio finanziario di un’azienda. L’imprenditore assicurato ha la certezza che in caso di mancato pagamento del proprio cliente, trascorso un periodo di tempo, riceverà l’indennizzo per il danno subito. Inoltre, un’azienda che protegge i propri crediti può avere un accesso al credito bancario a condizioni favorevoli, anche grazie alla cessione dei diritti di polizza.